Botero: imperdibile “La grande mostra” a Palazzo Bonaparte di Roma fino al 19 gennaio 2025. Ultimi giorni

Botero: imperdibile “La grande mostra” a Palazzo Bonaparte di Roma fino al 19 gennaio 2025. Ultimi giorni

Botero: imperdibile “La grande mostra”

Fluttuosa, elegante, leggiadra come la Venere del Botticelli.  Tutto il contrario.  Enorme, improbabile, disarmonica.  E’ la donna (e così tutti i personaggi) di Botero, sui quali l’artista colombiano ha costruito la sua carriera. Lunga, internazionale, unica.

A Fernando Botero (Medellin 1932- Monaco 2023), Palazzo Bonaparte di Roma dedica ora “La grande mostra”- aperta fino al 19 gennaio 2025- curata dalla figlia Lina Botero e dall’esperta Cristina Carrello de Albornoz e prodotta da Arthemisia.  Comprende 120 opere tra dipinti, acquerelli, sanguigne, carboncini, sculture. 

Da sx, Carrillo de Albornoz, Taccone, Emanuele, Siena, Lina Botero, i figli Nardo – Foto di Gianfranco Fortuna per Arthemisia

Botero: imperdibile “La grande mostra”

Sudamericano di nascita, di formazione eclettica, Botero ha finito per definirsi italiano per scelta, anche perché di discendenza italiana emigrata da Genova, e in Italia, a Pietrasanta patria degli scultori, tornò stabilmente per trascorrere i suoi ultimi 40 anni. Vi è stato sepolto, accanto alla terza moglie.

Bailarina en la barra, 2001 – oleo sobre lienzo

Bambino povero, cresciuto sulle Ande, rimase orfano di padre a 4 anni. Fu allevato da uno zio che amava le corride e da lui fu iscritto a una scuola di disegno. “A scuola ognuno cercava un suo proprio stile, io volevo imparare un mestiere” dirà.

Botero: imperdibile “La grande mostra”

Botero trovò l’uno e l’altro seguendo la sua “necessità interiore” di dipingere. Se a 16 anni si pagava i pasti disegnando affreschi su una piccola trattoria locale, gli inizi professionali furono prestigiosi: negli anni Cinquanta era già ministro della Cultura della Colombia, con la nomina alla Biennale colombiana. Seguono vicende alterne, tra cui anche un forzato espatrio. Ma a Bogotà, alla sua seconda mostra, vende tutti i suoi quadri per 7000 pesos, compera un biglietto di terza classe e si imbarca per Barcellona. Visita l’Europa, arriva in Italia dove incontra finalmente il Rinascimento e ricomincia a studiare.

La mostra romana racconta la straordinaria evoluzione artistica di Botero, e il suo caratteristico stile “espanso”.

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Botero non copia: trasfigura. Il pittore non intende deridere o disprezzare il classico. La sontuosa rotondità del suo universo femminile appartiene alla sua infanzia, dove le forme grandi e sproporzionate sono quelle che vede un bambino. La sua ambiguità iperrealista è di matrice sudamericana.

Botero: imperdibile “La grande mostra”

Ammiratore di Raffaello, ecco la sua Fornarina, una sorta di placida matrona, o piuttosto di donna comune senza raffinatezze. Esemplare il dittico Dopo Piero della Francesca che riproduce i Duchi di Urbino. Anche loro piatti, turriti, ma dotati di una innegabile nobiltà. Immagini di potere.  E così gli aristocratici Coniugi Arnolfini,  Dopo van Eyck, omaggio a una agiata tranquillità familiare.  Nonostante gli sgargianti colori privi di ombreggiature, i personaggi di Botero hanno effetto tridimensionale. La celeberrima ballerina alla sbarra in bianco tutù che solleva un enorme gambone (Fracci dove sei?)  non vuole indicare grazia o leggerezza o agilità.  E’ una creatura immobile, gioconda, irresponsabile. Nessun ammiccamento naif. Per non parlare del giovanile Il Bagno (del 1989) con la donnona nuda presa di schiena che non vanta nessuna intenzione erotica, diventata quasi una icona della pittura di Botero.  Sono presenti in mostra anche opere mai esposte prima come l’Infanta la Menina. Dopo Velasquez.

Aquarelle grand format 2002

I soggetti che Botero ha trattato con maggiore insistenza sono il Circo e la Corrida alla quale era stato introdotto da ragazzo dallo zio. Qui non esiste nessuna tragedia. Le banderillas entrano nel dorso del toro senza fargli male. “L’arte deve dare all’uomo momenti di felicità”. E ancora “La povertà dell’arte contemporanea è terribile e nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo. Gli artisti di oggi preferiscono lo scandalo.”

Botero: imperdibile “La grande mostra”

Di grande interesse (anche sorpresa) una sala della mostra dedicata alla recente sperimentazione tecnica (acquerelli e disegni) dove matita e sanguigna creano spessori e profondità inaspettati.  Opere quasi diafane frutto di un delicato approccio ai temi familiari di sempre. Belle, davvero belle.

www.arthemisa.it

 

Carla Maria Casanova

 

Botero: imperdibile “La grande mostra”

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