Tumori del sangue: rimborsato in Italia il primo anticorpo bispecifico per il trattamento del mieloma multiplo

Tumori del sangue

Tumori del sangue: rimborsato in Italia il primo anticorpo bispecifico per il trattamento del mieloma multiplo

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Teclistamab, al momento unico anticorpo bispecifico rimborsato in Italia, è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che abbiano ricevuto almeno tre linee precedenti di terapia, e che abbiano evidenziato durante l’ultima, una progressione della malattia
Il mieloma multiplo è un tumore del sangue raro che colpisce ogni anno circa 6.000 persone

Teclistamab, anticorpo bispecifico umanizzato, sviluppato da Johnson & Johnson, è ora rimborsato in Italia. Il farmaco con somministrazione per via sottocutanea è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che abbiano ricevuto almeno tre precedenti terapie, tra cui un agente immunomodulatore, un inibitore del proteasoma e un anticorpo anti-CD38, e che abbiano evidenziato una progressione della malattia durante l’ultima terapia. Si tratta del primo e al momento unico anticorpo bispecifico ad essere ad oggi rimborsato nel nostro Paese per il trattamento del mieloma multiplo.

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Il mieloma multiplo è un tumore del sangue raro che ha origine nel midollo osseo ed è causato dalla proliferazione senza controllo delle plasmacellule. Si tratta di una malattia che colpisce ogni anno circa 6.000 persone, con il 38 per cento di diagnosi che avvengono dopo i 70 anni di età e solo il 2 per cento sotto i 40 anni.  Il quadro clinico di questa malattia è eterogeneo e può essere caratterizzato da dolore osseo, danno renale, ipercalcemia, astenia correlata all’anemia e infezioni. La storia clinica dei pazienti con mieloma multiplo è caratterizzata da fasi di remissione indotta dalle terapie anti-mieloma e fasi di malattia attiva causate dalla resistenza ai farmaci acquisita dalle cellule tumorali, come ricorda Alessandra Romano, Professore associato di ematologia, Università degli studi di Catania, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco: «Una delle sfide principali quando parliamo di mieloma multiplo è la gestione della malattia in fase avanzata, quando i pazienti diventano spesso refrattari alle principali classi di farmaci utilizzati nel trattamento delle prime linee. L’arrivo di teclistamab in Italia rappresenta, dunque, un significativo passo avanti per una categoria di pazienti che, fino ad oggi, disponeva di poche alternative terapeutiche e con risposte non sempre adeguate come dimostrano i dati in letteratura. In tal senso, la sfida della ricerca scientifica consiste nello sviluppo di nuove strategie che permettano di ottenere risposte profonde e durature in una fase di malattia così avanzata, proprio come dimostrato negli studi clinici di teclistamab in tutti i sottogruppi di pazienti analizzati».
Teclistamab è un anticorpo bispecifico, una terapia progettata per legare rispettivamente, da una parte le cellule malate, in questo caso di mieloma, in maniera molto selettiva, e dall’altra parte le cellule del sistema immunitario, permettendo a queste due cellule di entrare in contatto, aiutando quindi il sistema immunitario a combattere il tumore stesso. In particolare, teclistamab si lega rispettivamente al BCMA, sulle cellule di mieloma, e al CD3, sulle cellule T. «Questa nuova terapia rappresenta una delle frontiere più avanzate dell’immunoterapia, con ottimi risultati in termini di efficacia. Nella pratica clinica, la via di somministrazione sottocutanea rappresenta un vantaggio sia per i pazienti sia per gli addetti ai lavori in quanto, sebbene sia necessaria un’iniziale fase di monitoraggio in regime di ricovero, successivamente la terapia può essere praticata in un ambiente di day hospital. Oggi, grazie alla ricerca scientifica, l’ampliarsi delle scelte terapeutiche per il mieloma permette una maggiore personalizzazione della terapia, sulla base non solo dell’efficacia, ma anche considerando il profilo di sicurezza e gli aspetti pratici come la modalità di somministrazione, che sono fattori rilevanti per la vita quotidiana dei pazienti. Le terapie basate su cellule effettrici immunitarie, come teclistamab, hanno mostrato risultati estremamente promettenti nel trattamento dei pazienti affetti da mieloma anche in fase avanzata di malattia e, integrandosi con altre terapie mirate o immunoterapie, potrebbero offrire soluzioni sempre più efficaci nelle diverse fasi della malattia», dichiara Francesca Gay, Professore associato di ematologia, Università degli studi di Torino, Divisione Universitaria di Ematologia dell’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino.

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Nello scenario terapeutico per il mieloma multiplo, teclistamab rappresenta quindi un’innovazione terapeutica e un’opportunità per pazienti con malattia multi-refrattaria, che ad oggi hanno pochi trattamenti a loro disposizione. «Ci auguriamo che l’accesso a questa e alle altre terapie innovative possa essere sempre più rapido ed equo su tutto il territorio nazionale», sottolinea Rosalba Barbieri, Vicepresidente Nazionale AIL – Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma. «L’Associazione Italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma da oltre 50 anni è al fianco dei pazienti ematologici con l’obiettivo di sostenere la ricerca, l’assistenza e sensibilizzare l’opinione pubblica contro i tumori del sangue. Attraverso l’opera delle 83 sezioni provinciali, Il nostro impegno ultimo è di contribuire a curare al meglio i pazienti».

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L’efficacia e la sicurezza di teclistamab sono state determinate dallo studio multicentrico in aperto di fase 1 MajesTEC-1, i cui dati più aggiornati sono stati presentati all’ultimo congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), mostrando un tasso di risposta globale (ORR) pari al 63 per cento, con risposte sempre più profonde (intervallo di confidenza al 95 per cento). Quasi un paziente su due trattato con teclistamab ha ottenuto una risposta completa (CR) o migliore. In questi casi, la durata della risposta mediana (mDOR), la sopravvivenza libera da progressione mediana (mPFS) e il tasso di risposta globale mediana (mOS) non sono stati ancora raggiunti. Invece, si stima che i tassi di DOR, PFS e OS a 30 mesi siano stati del 61, 61 e 74 per cento, rispettivamente.

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«Da oltre 30 anni Johnson & Johnson investe nella ricerca scientifica per lo sviluppo di farmaci innovativi che rispondano ai bisogni clinici insoddisfatti dei pazienti e per essere al fianco dei medici nella cura dei tumori solidi ed ematologici. Il nostro obiettivo è quello di migliorare e prolungare la vita dei pazienti, rendendo le nostre terapie innovative accessibili ai pazienti il più velocemente possibile, come dimostrato dalla nostra scelta dello scorso anno di anticipare la disponibilità di teclistamab in fascia CNN (prezzo non negoziato) con programmi di accesso precoce al paziente», aggiunge Danilo Arienti, Therapeutic Area Medical Head Hematology Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia. «La decisione di AIFA di rendere questa terapia rimborsabile rappresenta, dunque, un ulteriore passo avanti nell’aumentare le opzioni terapeutiche a disposizione di quei pazienti che, purtroppo, fino ad oggi avevano limitate possibilità e con non sempre adeguate risposte. Proprio per rispondere a questa esigenza, la nostra pipeline, in continuo sviluppo ed evoluzione, vuole offrire trattamenti sempre più specifici per le diverse necessità dei pazienti con mieloma multiplo».

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