“L’altra. Tre, numero (im)perfetto” di Raffaella Borea e Laura Rivolta
Laura Rivolta, sessuologa psicologa psicoterapeuta
Le statistiche sono chiare e fanno riflettere: il 62 % delle donne che hanno o hanno auto relazioni clandestine (non è possibile usare un termine diverso?) è stata “L’altra”.
Il libro “L’altra. Tre, numero (im)perfetto” riflette sul fenomeno delle relazioni parallele, che risulta così diffuso da consentire a molte di riconoscersi tra le righe.
Le pagine, che scorrono veloci per la scrittura acuta e la narrazione avvincente, si fanno leggere d’un fiato, in un panorama costellato di molteplici spunti di riflessione e con la giusta dose di ironia ad alleggerisce i punti di maggior tensione.
La prospettiva scelta nella sua scrittura è stata quella di analizzare i presupposti che portano alcune donne ad intraprendere un rapporto disfunzionale. La protagonista, infatti, ha alle spalle un passato
di abbandoni che hanno finito per disegnare la sua interiorità sentimentale secondo tratti di ingenuità e fragilità, rendendola di conseguenza possibile vittima di liaison con uomini impegnati e, quindi, a loro volta problematici ed irrisolti.
Il romanzo, partendo da una storia reale, che stimola l’immedesimazione, propone suggerimenti pratici su come uscire e guarire da relazioni spesso tossiche.
Nel libro la dimensione psicologica affronta, oltre le cause che portano ad una accettazione tacita, alla sudditanza psicologica e alla resa, anche le strategie da adottare per riuscire a spezzare un circolo vizioso dalle ripercussioni spesso tossiche.
Un prontuario, quindi, e al contempo una sorta di mappa, per uscire dal labirinto di sofferenza costruito su attese, promesse, menzogne accettate pur di non vivere un altro abbandono, speranze vane, rinunce e densa infelicità, in grado di distruggere piano piano da dentro.
La domanda sorge spontanea: come cercare la strada, la forza per lasciarsi alle spalle il buio emotivo e recuperare l’amore per sé stesse?
Uscire dalla prigione emotiva impone di collocarsi al centro della propria vita, spostando il focus di interesse dall’altro a sé.
L’amore tossico, infatti, è sistemico: avvelena sicuramente il cuore, ma finisce per infestare tutto l’organismo, senza lasciare nulla indenne.
La rinascita, d’altro canto, non può essere immediata. È il frutto di piccoli passi progressivi che del perdonarsi fanno il loro fondamento e del non colpevolizzarsi un impegno.
Il libro, edito da Web And Magazine di Milano, è in vendita sul sito nella sezione “Libri” (www.webandmagazine.media/i-nostri-libri/), è un investimento: racconta e insegna quanto costa riconoscere che un rapporto considerato speciale faccia solo parte di una stagione della nostra vita.
Aiuta a dare peso alla percezione – spesso casuale, frutto dell’ennesima assenza dell’altro, della vacanza o festività solitaria di troppo – che il cuore non batte più come in passato, ma anche, e soprattutto, a rendersi consapevoli di come la disillusione porta ad un carico di giudizi severi verso se stesse per non aver compreso ciò che era evidente.
A dover essere elaborato e processato non sarà, quindi, il solo (e pesante) lutto per la chiusura di un amore impossibile e tossico, ma altresì la rabbia e il perdono che ciascuna può e deve concedere a sé stessa.
Questa è la condizione necessaria e imprescindibile per rimettersi in gioco e riappropriarsi, finalmente, della propria vita.
DECALOGO DI CONTRASTO AI RAPPORTI TOSSICI
Riconoscere i segnali della tossicità di un rapporto è un fattore importante per spezzare le catene.
Non farlo significa entrare in un “loop” che impedisce di vedere ciò che è palese.
I campanelli di allarme sono tanti, solo la loro somma e la loro conseguente focalizzazione permetterà di fare i conti con la realtà e disattivare l’illusione che qualcosa prima o poi accadrà o cambierà.
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- Riconoscere – e pesare – lo sbilanciamento emotivo tra dato e ricevuto.
- Contare concretamente, algebricamente, le assenze dell’altro, il tempo di attesa invano, le mancanze di reciprocità nel fare qualsiasi scelta.
- Riempire i “vuoti” percepiti e contati con “pieni” differenti (amicizie, affetti, uscite), anche questi da misurare.
- Scrivere con parole precise, coincise, per punti, le sensazioni provate a seguito dei rifiuti e delle “sottrazioni”, da contrapporre a quelle sentite nel sostituire le attese e le mancanze con differenti presenze.
- Creare una parola che ricordi e riassuma le diverse percezioni di cui al punto precedente, una sorta di “amuleto emotivo” contro la severità dei giudizi che potranno sorgere, poi, a seguito della consapevolezza dei risultati di questa “matematica dei sentimenti”.
I passaggi riportati in modo sintetico, e quelli successivi, permetteranno di spezzare le catene e rinascere a nuova vita. Per farlo è fondamentale riconoscere il proprio valore.
Gli amori tossici, infatti, segnano ma al contempo insegnano: che è possibile superarli, riappropriandosi della propria vita, nutrendo la propria fiducia e autostima, per dare qualità e benessere a se stesse.
Chiedere aiuto ad uno psicologo, in questi casi, può essere una grande opportunità per rinascere e per re-imparare a darsi e dare fiducia agli altri, in generale e, soprattutto, nella dimensione sentimentale.
Il libro “L’altra. Tre, numero (im)perfetto”, scritto dalla giornalista Raffaella Borea e dalla psicologa Laura Rivolta, edito da Web And Magazine di Milano, si trova sul sito nella sezione “Libri” https://www.webandmagazine.media/i-nostri-libri/ al costo di 12 Euro.
Silva Valier
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