Rubens! La nascita di una pittura europea, tre mostre per un ambizioso progetto
Rubens! La nascita di una pittura europea è l’iniziativa che raccoglie tre eventi espositivi organizzati da tre istituzioni per celebrare il maestro di origini fiamminghe che con la sua opera divenne protagonista e archetipo assoluto del barocco.
Questi tre eventi vengono annunciati da: Mattia Palazzi, sindaco di Mantova, Stefano l’Occaso, Direttore Palazzo Ducale di Mantova, Stefano Baia Curioni, Direttore Fondazione Palazzo Te, Raffaella Morselli, curatrice della mostra Rubens a Palazzo Te Pittura trasformazione e Libertà.
Francesca Cappelletti, Direttrice Galleria Borghese e Curatrice della mostra Il tocco di Pigmalione Rubens e la scultura a Roma.
Le tre mostre si inseriscono in una più ampia operazione culturale dedicata ai rapporti tra la cultura italiana e l’Europa vista attraverso gli occhi di Rubens.
Dal 7 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024, a Mantova Palazzo Te dedica all’artista Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà, una mostra di ricerca che si concentra in particolare sul rapporto tra il pittore fiammingo e la cultura mitologica che incontra in Italia. L’esposizione ha l’obiettivo di creare una rispondenza tra opere e motivi decorativi e iconografici del Palazzo: un percorso paradigmatico che dimostra quanto le suggestioni rinascimentali elaborate da Rubens negli anni mantovani e italiani siano continuate, evolvendosi, nella pittura della sua maturità, fino a trasmettersi nell’eredità intellettuale e artistica lasciata ai suoi allievi.
Le opere della mostra sono state scelte, dunque, in funzione del dialogo che riallacciano con i miti e dell’interpretazione che ne fece Giulio Romano nelle varie sale, fattori che contribuirono a generare nel pittore di Anversa una sintonia mai interrotta con il Rinascimento e il Mito.
Nello stesso periodo (7 ottobre 2023 – 7 gennaio 2024) Palazzo Ducale di Mantova dedica a Rubens il focus espositivo Rubens. La Pala della Santissima Trinità, incentrato su una delle più imponenti imprese portate a compimento dall’artista: il ciclo delle tre enormi tele per la Chiesa della Santissima Trinità, una delle quali – dopo incredibili vicende – è ancora oggi esposta a Palazzo Ducale e costituisce una tappa fondamentale nel percorso conoscitivo di questo grande artista. Rubens consolida il suo legame con Mantova quando, nel 1600, giunge da giovane promettente pittore alla corte di una delle più importanti signorie italiane: i Gonzaga. Se ne andrà circa dieci anni dopo, trentenne, con la fama di indiscusso maestro.
Il progetto espositivo presenta un nuovo allestimento museografico e illuminotecnico dell’intero Appartamento Ducale, voluto da Vincenzo I e realizzato da Antonio Maria Viani: qui sono esposte opere della collezione permanente dal tardo Cinquecento al Seicento inoltrato. Punto focale del percorso è la Sala degli Arcieri, dove è esposta la Pala la cui vicenda viene raccontata da un’innovativa ricostruzione tridimensionale della chiesa della Santissima Trinità, oggi non più accessibile al pubblico.
Dal 14 novembre 2023 al 18 febbraio 2024 sarà la volta della mostra alla Galleria Borghese di Roma: Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma, a cura di Francesca Cappelletti e Lucia Simonato, indaga come le influenze del suo viaggio in Italia, compiuto nel primo decennio del XVII secolo, prendano un nuovo decisivo vigore negli anni successivi al suo ritorno in patria, anche grazie ai soggiorni italiani di suoi allievi fiamminghi. Il progetto sottolinea il contributo straordinario dato dall’artista, alle soglie del Barocco, a una nuova concezione di antico, di naturale e di imitazione, mettendo a fuoco la novità dirompente del suo stile nel primo decennio a Roma e come lo studio dei modelli potesse essere inteso come ulteriore slancio verso un nuovo mondo di immagini.
Nel corso del Seicento Pieter Paul Rubens venne considerato dai suoi contemporanei, compreso l’erudito francese Claude Fabri de Peiresc e alcuni altri letterati pilastri della République des Lettres, uno dei più grandi conoscitori di antichità romane.
Il passaggio romano e la contrastata commissione per la chiesa della Vallicella, oltre al suo ruolo nella rete di pittori e intellettuali stranieri vicini ai Lincei di Federico Cesi, hanno ricevuto una grande attenzione da parte degli studiosi.
Nulla sembra sfuggire alla sua capacità di osservazione e al suo desiderio di imparare e di interpretare gli antichi maestri: i suoi disegni rendono le opere che studia vibranti, aggiungono movimento e sentimento ai gesti e alle espressioni dei personaggi. Rubens mette in atto nelle storie lo stesso processo di vivificazione del soggetto che utilizza nel ritratto: i membri della famiglia Gonzaga escono ravvivati dal suo pennello mentre i loro sguardi si dirigono verso lo spettatore, ma la stessa cosa succede con i marmi e i rilievi e con gli esempi celebri della pittura rinascimentale. A Roma, con le vestigia del mondo antico, accade la stessa cosa: Rubens disegna, a sanguigna, quindi con un carboncino rosso che gli restituisce il colore, la famosa statua dello Spinario. Il foglio, che riprende la posa da due punti di vista diversi, sembra davvero eseguito da un modello vivente, invece che da una statua, tanto da far immaginare ad alcuni studiosi che il pittore abbia utilizzato un ragazzo atteggiato nello stesso modo della statua.
Questo processo di animazione dell’antico, per quanto eseguito nel primo decennio del secolo, sembra anticipare le mosse degli artisti che, nei decenni successivi al suo passaggio romano, verranno definiti barocchi.
Come le intuizioni formali e iconografiche di Rubens filtrino nel ricco e variegato mondo romano degli anni Venti è un problema che non è stato ancora affrontato in modo sistematico dagli studi. La presenza in città di pittori e scultori che avevano avuto modo di formarsi con lui ad Anversa (come Van Dyck e Georg Petel) o che già erano entrati in contatto con le sue opere nel corso della loro formazione (come Duquesnoy e Sandrart) garantì di certo l’accessibilità dei suoi modelli a una generazione di artisti italiani, i quali, non meno del fiammingo, si erano ormai abituati a confrontarsi con l’Antico alla luce dei contemporanei esempi pittorici e sulla base di un rinnovato studio della Natura. Tra tutti, Bernini: i suoi gruppi borghesiani, realizzati negli anni Venti, rileggono celebri statue antiche (l’Apollo del Belvedere) per donare loro movimento e traducono in carne il marmo, come avviene nel Ratto di Proserpina.
In mostra si potrà dunque misurare quanto questi capolavori siano in debito con il naturalismo rubensiano, così come lo furono di certo altre sculture giovanili dell’artista, quali la Carità vaticana nella Tomba di Urbano VIII, già giudicata dai viaggiatori europei del tardo Settecento ‘una balia fiamminga’. In questo contesto figurativo, la tempestiva circolazione di stampe, tratte dalle prove grafiche rubensiane, accelerò per tutti gli anni Trenta il dialogo sollecitando operazioni editoriali come la Galleria Giustiniana, dove le statue antiche prendono ormai definitivamente vita secondo un effetto già definito ‘Pigmalione’ dalla critica.
La mostra progettata per la Galleria Borghese, recuperando alcune di queste linee di ricerca, vuole sottolineare il contributo straordinario dato da Rubens a una nuova concezione dell’antico, dei concetti di naturale e di imitazione, alle soglie del Barocco, mettendo a fuoco in cosa consista la novità dirompente del suo stile nel primo decennio a Roma e come lo studio dei modelli potesse essere inteso come un’ulteriore possibilità di slancio verso un nuovo mondo delle immagini.
Per fare questo la mostra terrà conto non solo delle opere italiane che documentano lo studio appassionato e libero dagli esempi antichi, ma anche della capacità di rileggere gli esempi rinascimentali e di confrontarsi con i contemporanei, approfondendo aspetti e generi nuovi.
L’eccezionale sede della Galleria Borghese offre inoltre l’opportunità inedita di vedere i grandi gruppi berniniani, la statuaria antica, le altre sculture moderne, spesso opera di artisti stranieri, in relazione diretta con i quadri e i disegni di Rubens, cogliendo quell’energia con cui l’artista investì i capolavori dell’antichità.
Rubens! La nascita di una pittura europea – straordinaria iniziativa culturale realizzata con il Patrocinio del Ministero della Cultura, in collaborazione con il Comune di Mantova e alcune delle più prestigiose istituzioni museali italiane e internazionali – è un’occasione unica di collaborazione che, accanto ai progetti espositivi, prevede incontri di approfondimento, conferenze, eventi e la realizzazione di pubblicazioni scientifiche dedicate al grande artista.
Palazzo Te Via Te n. 13, Mantova
Dal 7 ottobre 2023 al 18 febbraio 2024
Palazzo Te e i Musei Civici:
Da mercoledì a lunedì ore 09.00 – 19.30
Giorno di chiusura: martedì
Prenotazione oraria online o chiamando i seguenti numeri:
Dall’Italia: 800 714049 | Dall’estero: + 39 041 2719013
dal lunedì al venerdì: 8.30 – 19.00 sabato: 8.30 – 14.00
Biglietteria +39 0376 367087 | biglietteriemusei@comune.mantova.it
Complesso museale di Palazzo Ducale Piazza Sordello n. 40, Mantova Tel. +39 0376352100
Da martedì a domenica 8,15 – 19,15 (ultimo ingresso 18,20)
Chiuso il lunedì e il 25 dicembre
Prenotazione ingresso online www.ducalemantova.org
Call center 041 2411897 attivo da lunedì a domenica ore 8,30 -19,00
Biglietteria unica Piazza Sordello n. 40, Mantova
Infopoint di Palazzo Ducale: 0376 352100
Attivo dal martedì alla domenica ore 9,00 – 13,00
Galleria Borghese Piazzale Scipione Borghese n. 5, Roma Tel. +39 0667233753
Dal 14 novembre 2023 al 18 febbraio 2024
Orari: dal martedì alla domenica. Dalle 9.00 alle 19.00.
La biglietteria è aperta dalle ore 8.30 fino a 1 ora prima della chiusura del museo.
Chiusa il 25 dicembre e il 1 gennaio
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