Manzoni 1873–2023 La Peste, orribile flagello, tra vivere e scrivere
Manzoni 1873–2023 La Peste, orribile flagello, tra vivere e scrivere è il titolo della mostra, che, in occasione dei 150 anni dalla morte dello scrittore, è inaugurata alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, il 4 maggio 2023.
La Biblioteca Nazionale Braidense e la Pinacoteca di Brera presentano questa grande rassegna che ripercorre in modo originale la figura dell’importante autore mediante due principali momenti della sua scrittura segnati dalla tragicità della peste: I Promessi Sposi e la Storia della Colonna Infame.
Organizzata in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi e con il contributo scientifico di Casa del Manzoni, la rassegna condurrà il visitatore a percorrere idealmente un ampio arco temporale, dal mondo antico alle soglie della contemporaneità, attraverso molteplici testimonianze del male epidemico, nelle sue svariate ripercussioni.
<Alessandro Manzoni è una delle figure più alte della letteratura italiana ma soprattutto un protagonista del Risorgimento. Il suo ideale di patria e di nazione resta ancora di grande attualità, così come l’idea di un impegno civile permeato di moralità. Ebbe il merito di anticipare la sostanza e la forma del romanzo moderno – dichiara il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano – Credo valga la pena riflettere sempre sull’universalità e la contemporaneità di Alessandro Manzoni.
Si tratta dei due elementi che sostanziano la sua grandezza e ne fanno uno scrittore senza tempo. La storia è per Manzoni sempre un fatto contemporaneo, ma essa si amplia per costruire un universo filosofico e morale .Auspico che la celebrazione del 150esimo anniversario della morte divenga un momento condiviso per esaltare l’attualità espressiva dell’universo manzoniano. La mostra Manzoni, 1873-2023. La peste “orribile flagello”tra vivere e scrivere può rappresentare l’occasione per spingersi oltre e, attraverso un inedito percorso espositivo, porre al centro una rinnovata attenzione su Manzoni e la sua filosofia.>
Organizzata in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi e con il contributo scientifico di Casa del Manzoni, la rassegna condurrà il visitatore a percorrere idealmente un ampio arco temporale, dal mondo antico alle soglie della contemporaneità, attraverso molteplici testimonianze del male epidemico, nelle sue svariate ripercussioni. Depositaria sin dal 1886 del ricco Fondo Manzoniano, che include preziosi manoscritti autografi, esemplari postillati della biblioteca personale e altri inestimabili cimeli familiari, la Braidense propone quindi una importante occasione di valorizzazione del proprio patrimonio e disseminazione di contenuti culturali in occasione delle celebrazioni nazionali per il 150° anniversario dalla morte di Alessandro Manzoni. A cura di Marzia Pontone, direttrice scientifica della Biblioteca Nazionale Braidense, con Giuliana Nuvoli e Marco Versiero, l’esposizione, allestita nella Sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense, va oltre la ricostruzione biografica e intellettuale a carattere commemorativo, ma costruisce un inedito percorso espositivo, omaggiando la spiccata sensibilità morale di Manzoni, storico erudito della peste e suo appassionato narratore, collocandosi dentro una più universale prospettiva, capace di stimolare una corale riflessione sulla recente esperienza della pandemia Covid-19.
Guerra, carestia, peste, morte: i quattro cavalieri dell’Apocalisse che dominano i titoli dei giornali di oggi sono anche al centro della rassegna della Biblioteca Braidense, che mostra come le parole di un grande scrittore possano aiutarci ad affrontare le sfide del mondo contemporaneo” afferma il direttore James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Pinacoteca Braidense.
Oltre a rari e pregevoli materiali librari della Braidense (manoscritti, incunaboli, antiche edizioni), la mostra nelle sue 17 sezioni consentirà di apprezzare alcune notevoli incisioni su carta (xilografie, calcografie, acqueforti, litografie e cromolitografie) selezionate in sinergia con il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Pinacoteca di Brera, da cui provengono in particolare preziosi e inediti disegni, per la prima volta presentati al pubblico. Anche la partnership istituzionale con l’Archivio Storico Ricordi permetterà ulteriori approfondimenti tematici in mostra, a partire dal confronto tra il lascito de I Promessi Sposi con il suo diretto riferimento in musica mediante partitura e libretto, nonché bozzetti scenici e figurini all’acquerello per l’adattamento operistico del romanzo in melodramma.
In un ideale percorso tra passato e presente, all’insegna dalla triade manzoniana di epidemia, guerra e carestia, la mostra interroga i visitatori di oggi e di domani sulle tematiche universali della malattia, della morte e della cura, rese ancora più attuali dai recenti e complessi anni della pandemia Covid-19 – afferma Marzia Pontone, direttrice scientifica della Biblioteca Nazionale Braidense – Il dialogo è aperto con la città, gli ospiti internazionali e le generazioni: mentre la mostra virtuale amplifica l’accessibilità della fruizione a distanza, i progetti collaterali rafforzano l’esperienza di visita in presenza attraverso laboratori educativi per bambini e ragazzi, circuiti a piedi e performances teatrali in alcuni luoghi manzoniani come il Santuario della Madonna dei Miracoli in San Celso, il Refettorio Ambrosiano a Greco e la chiesa di San Carlo al Lazzaretto. La mostra esce così dai confini fisici della sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense per allargarsi alla dimensione partecipativa dell’intera collettività, chiamata a riscoprire se stessa attraverso il filone narrativo manzoniano dei Promessi Sposi e della Storia della Colonna Infame.”
L’esposizione (catalogo Scalpendi) sarà affiancata infatti da numerose iniziative esterne svolte in collaborazione con enti scientifici e attori del territorio. Sono previsti cicli di conferenze e presentazioni di libri in Biblioteca, concepiti come approfondimenti su snodi nevralgici del percorso espositivo, con il coinvolgimento di esperti e studiosi delle Università degli Studi di Milano, Pavia e Parma; workshop e visite di approfondimento in collaborazione con il Teatro Franco Parenti e il Piccolo Teatro di Milano per il progetto “A Milano sette cantieri per Dante Isella”, grande studioso milanese del Manzoni; appuntamenti performativi curati dall’associazione culturale AlmaRosé in un itinerario manzoniano diffuso sul territorio della città di Milano, che vedrà coinvolti il Santuario della Madonna dei Miracoli in San Celso, la Chiesa di San Carlo al Lazzaretto e il Refettorio Ambrosiano di Piazza Greco; laboratori didattici per le scuole e gruppi intergenerazionali a cadenza periodica, a cura di Libri Finti Clandestini; turni settimanali di visite guidate gratuite per singoli visitatori o gruppi organizzati, ogni lunedì nel periodo di apertura della mostra, a cura del personale dell’istituto, in collaborazione con gli studenti del percorso formativo dell’Università degli Studi di Milano. Le iniziative della mostra fisica, infine, saranno amplificate dalla mostra virtuale disponibile sul sito della Biblioteca Nazionale Braidense, che permetterà anche la fruizione di materiali audiovisivi supplementari volti a garantire la massima accessibilità dei contenuti culturali proposti.
Il percorso della mostra
La scelta del filo conduttore della mostra e delle iniziative collaterali riguarda un tema centrale negli scritti dell’autore: la peste che insieme a guerra e carestia, rappresenta un interrogativo cruciale nel pensiero manzoniano. Il punto di partenza ideale non poteva che essere uno dei libri fondativi della letteratura europea, l’Iliade, che si apre con il racconto epico di un terribile morbo che colpì l’accampamento degli Achei alle porte della città di Troia nel decimo anno di assedio. Il tragico binomio tra guerra e pandemia non si esaurisce però nei versi omerici, evocati attraverso la traduzione umanistica di Lorenzo Valla e le versioni ottocentesche di Ugo Foscolo e Vincenzo Monti. Tucidide e Lucrezio traghettano il visitatore dal mito alla storia, affidando alla parola scritta la memoria viva e reale della terribile peste di Atene che travolse l’Attica nel 430 a.C. durante la guerra del Peloponneso.
Dall’antichità si passa poi all’Alto Medioevo. Nello scorcio della guerra gotica (535-553), i territori dell’impero bizantino governato da Giustiniano furono infestati da una drammatica epidemia di peste bubbonica che, nella fase culminante, arrivò a decimare migliaia di persone al giorno nella sola Costantinopoli. L’episodio, anch’esso rievocato in mostra, rappresentò il più significativo antecedente storico della famosa peste nera che dall’Asia raggiunse il continente europeo poco prima della metà del Trecento e che nella primavera del 1348 arrivò a falcidiare i quattro quinti degli abitanti di Firenze. Gli stessi Petrarca e Boccaccio – di cui sono esposti rispettivamente il Bucolicum Carmen e il Decameron – non si sottrassero alla bruciante attualità della pandemia, elaborando in versi e in prosa il drammatico lutto collettivo della loro terra.
Alla voce e alle opere a stampa di storici come Bernardino Corio e Giovanni Simonetta è affidata la memoria delle epidemie di peste e tifo che nella seconda metà del Quattrocento imperversarono nel Ducato, prima che la città e il territorio circostante fossero nuovamente colpiti dal morbo nel 1576-1578 e nel 1630. La seconda delle cosiddette pesti borromaiche, aggravata dalla celebre caccia agli untori, sarebbe poi stata immortalata per sempre dal Manzoni nelle sue opere e costituisce il punto di snodo tra il percorso storico e l’affondo letterario manzoniano, cuore della narrazione espositiva.
La peste «orribile flagello» rappresenta per Alessandro Manzoni un motore narrativo e un osservatorio impietoso sulle fragilità morali, sociali e politiche dell’umanità nella Milano spagnola del Seicento. Da La Vaccina alla ventisettana e alla quarantana de I Promessi Sposi, le carte manzoniane custodite nei fondi storici della Biblioteca Nazionale Braidense accompagnano il visitatore attraverso l’universo civile, letterario e immaginario dell’autore, con un affondo sul celebre passo dell’addio a Cecilia, mentre ulteriori suggestioni narrative sono evocate dalla coeva serie di incisioni di Francesco Corsi ispirate ai disegni preparatori di Gallo Gallina.
Ci si addentra poi nella Storia della Colonna Infame, strumento di denuncia dell’arbitrarietà del sistema giudiziario nei processi agli untori in dialogo con gli scritti di Verri e Beccaria, attraverso una copia d’altra mano della prima stesura con correzioni autografe e lo studio grafico per il frontespizio dell’edizione Guglielmini-Redaelli affidato a Francesco Gonin (che lo stesso Manzoni definì «ammirabile traduttore» in immagine della sua opera e principale artefice del ciclo illustrativo autorizzato della quarantana de I Promessi Sposi). Altri bozzetti del Gonin, ispirati agli episodi manzoniani ambientati nel lazzaretto, introducono alla riflessione proposta in mostra su questo luogo di dolore, segregazione e cura, in dialogo con paralleli europei tra Seicento e Settecento, a imperitura testimonianza della circolazione universale dei possibili modelli di società umana di fronte alle fragilità della vita.
La potenza espressiva dell’universo manzoniano rispetto alle tematiche affrontate ispirò del resto, fin da subito, una lunga serie di trasposizioni in differenti linguaggi artistici, che ne alimentarono la fortuna, affiancando le riprese più strettamente letterarie delle opere d’après Manzoni.
Di particolare interesse furono gli adattamenti ottocenteschi per il genere teatrale del melodramma, cui hanno dato voce in mostra partiture e bozzetti dell’Archivio Storico Ricordi, illuminati dalla serie dei figurini acquerellati che Giovanni Pessina eseguì per le prove costume dei personaggi nell’atto finale dell’opera di Errico Petrella e Antonio Ghislanzoni, mentre sul fondale della scena campeggiava il lazzaretto.
Così, mentre il lazzaretto torna a riproporsi come luogo iconico del dolore della vita umana, ma anche del legame di solidarietà che sorregge gli esseri viventi, il percorso espositivo guida il visitatore verso un altro tema centrale dell’irrompere del morbo, incomprensibile e violento, nel quotidiano intessuto di creatività di musicisti e letterati: la paura della morte. Nelle lettere di Verdi e Mascagni a Giulio Ricordi, come pure nelle missive e nei biglietti dello stesso Manzoni, vivere e scrivere si intrecciano e si confondono, mettendo a nudo la debolezza dell’artista – non dissimile dalla gente comune – di fronte ai drammi piccoli e grandi dell’esistenza umana.
La mostra, allestita nella Sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense, sarà affiancata da numerose iniziative collaterali svolte in collaborazione con enti scientifici e attori del territorio.
Manzoni 1873–2023 La peste, orribile flagello, tra vivere e scrivere
Dal 4 maggio 2023 al 8 luglio 2023
Biblioteca Nazionale Braidense di Milano Sala Maria Teresa, via Brera 28, 20121 Milano
Ingresso libero senza prenotazione
Orari: lunedì visite guidate per scuole, gruppi organizzati o visitatori singoli su prenotazione
Da martedì a venerdì 9,30 – 18,00 (ultimo ingresso 17,30)
Sabato 9,30 – 13,30 (ultimo ingresso 13,00)
Catalogo Scalpendi
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