Una mamma contro G.W. Bush, l’amore e il coraggio materni
Una mamma contro G.W. Bush (titolo originale Rabiye Kurnaz gegen George W. Bush) è un film drammatico, diretto da Andreas Dresen e distribuito da Wanted Cinema, con il sostegno di Amnesty International.
Racconta una storia vera ed è stato presentato in concorso al Festival di Berlino 2022, dove si è aggiudicato due Orsi d’argento: per la Migliore sceneggiatura e una candidatura agli EFA come Migliore attrice per Meltem Kaptan.
Il film racconta la storia di Rabiye Kurnaz (Meltem Kaptan), una casalinga turco-tedesca che vive a Brema con la sua famiglia. Dopo l’attacco all’America dell’11 settembre 2001, suo figlio Murat, di 19 anni, viene portato nella prigione di Guantànamo perché sospettato di essere un terrorista. Il campo di prigionia di Guantànamo è una struttura detentiva statunitense di massima sicurezza interna alla base navale di Guantànamo, sull’isola di Cuba. Il campo è noto a tutto il mondo per le sistematiche violazioni alle Convenzioni di Ginevra, per detenzioni a tempo indefinito, senza previo processo e per le torture perpetrate ai prigionieri sospettati di terrorismo di matrice islamica. Rabiye inizierà così una battaglia legale internazionale per difendere suo figlio, certa della sua innocenza.
Nell’ottobre 2001, il diciannovenne Murat Kurnaz, operaio navale, lascia di nascosto la casa dei genitori e vola da Francoforte al Pakistan: vuole frequentare le scuole del Corano per rafforzare la sua fede musulmana, prima di portare la giovane moglie da Ankara alla Germania. Intanto in Afghanistan, il fallimento delle trattative tra governo statunitense e talebani, provoca l’intervento delle forze armate anglo-americane. Domenica 7 ottobre 2001 inizia il primo bombardamento aereo sull’Afghanistan, con l’obiettivo di colpire le forze talebane e di al-Qaeda. Nel dicembre 2001 Murat Kurnaz viene arrestato in Pakistan e, sebbene non accusato di alcun crimine, consegnato dalla polizia locale alle forze armate statunitensi per 3.000 dollari. Tanto pagano i militari americani per la consegna di sospetti “terroristi”.
La mamma del ragazzo, Rabiye Kurnaz, va alla polizia di Brema, fornisce informazioni su suo figlio e viene a conoscenza delle accuse contro di lui. Lungi dall’aiutarla nella difesa del figlio, che lei proclama innocente, la Procura della Repubblica federale avvia un procedimento contro Murat Kurnaz, sospetto di “associazione per delinquere”. Nel periodo aprile/maggio 2002 Rabiye Kurnaz riceve una lettera in cui suo figlio riferisce che “non c’è un solo motivo per il mio arresto”, e con questa lettera si reca dall’avvocato di Brema Bernhard Docke, che accetta di occuparsi del caso. Rabiye, insieme a tutti coloro che sposeranno la sua causa, si batterà affinché siano sempre rispettati i diritti umani: tutti, compresi i colpevoli, hanno il diritto di essere arrestati con una chiara accusa, sottoposti a un giusto processo e trattati nel totale rispetto della persona.
Il grande amore di una madre e la determinazione e pazienza dell’avvocato “idealista” Bernhard Docke (interpretato dal celebre attore tedesco Alexander Scheer), riescono a raccogliere un vasto movimento d’opinione. Nell’aprile 2004, in collaborazione con organizzazioni per i diritti civili negli Stati Uniti, Rabiye Kurnaz partecipa ad una class action per suo figlio davanti alla Corte Suprema. A fine giugno 2004, la Corte Suprema si pronuncia a favore dei detenuti presentatisi in giudizio contro il governo Bush. In qualità di avvocato statunitense il Prof. Baher Azmy è successivamente incaricato di rappresentare Kurnaz davanti ai tribunali statunitensi, visto che l’avvocato Docke non può patrocinare negli USA.
Il 22 novembre 2005 viene eletta Cancelliere della Germania Angela Merkel e in risposta all’avvocato Docke promette di sostenere il rilascio di Kurnaz. Tutte le accuse mosse contro Kurnaz si sono rivelate false e il procedimento preliminare avviato dalla Procura della Repubblica di Brema è stato interrotto per mancanza di sospetto.
Murat Kurnaz ha scritto un libro-diario “Cinque anni della mia vita: un uomo innocente a Guantànamo”.
La cantante e poetessa Patti Smith ha dedicato la sua canzone “Without Chains” alla storia di Murat Kurnaz.
LINK al Trailer italiano: https://youtu.be/NK3gw8DPF4g
http://wantedcinema.eu/ – www.instagram.com/wantedcinema/
Una mamma contro G.W. Bush
Dal 1 dicembre al cinema
Durata: 119 minuti
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