L’impatto del delivery a Milano: evento Glovo e indagine Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza

L'impatto del delivery a Milano

L’impatto del delivery a Milano: evento Glovo e indagine Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza

L’impatto del delivery a Milano

Presentati a Milano, nella nuova sede di Glovo, i risultati dell’indagine:

  • 1/3 degli intervistati utilizza già i servizi di delivery: la ristorazione è il settore più attivo indicato dal 62%, seguito dal grocery al 36% e dal retail per il 20%
  • La pandemia ha consolidato la crescita del delivery: il 42% ne faceva uso dal 2019, il 42% ha iniziato nel 2021
  • Il 35% di intervistati dichiara che il fatturato è notevolmente influenzato dall’utilizzo del delivery (dal 20% in su) e per il 4% il delivery incide per oltre il 50% del fatturato
  • Tra i vantaggi: l’acquisizione di nuovi clienti (49%), maggior visibilità al punto vendita (22%) e migliore efficacia dei servizi di consegna (13%). 
  • L’impatto del delivery a Milano: evento Glovo e indagine Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza

Cresce il numero di consumatori che si affidano al delivery, non solo in ambito food, ma sempre più spesso anche al cosiddetto “quick commerce” per ricevere spedizioni express: dall’acqua, al caricabatterie, dai prodotti beauty&care ai pannolini a domicilio, dai fiori per le ricorrenze, ai regali last minute. In che modo quindi il cambiamento degli stili di vita sta accelerando gli sviluppi tecnologici?

L’impatto del delivery a Milano

Di food delivery e quick commerce si è discusso all’incontro “Il delivery del futuro: verso la Città in 15 minuti” organizzato nella nuova sede milanese da Glovo, la più grande app di consegne a domicilio multi-categoria in Italia.  

L’impatto del delivery a Milano

La società, secondo unicorno spagnolo, è oggi una delle più importanti al mondo presente in 25 Paesi e 1300 città, con 3.500 dipendenti e oltre 15 milioni di utenti attivi. 

L’evento, che ha visto la presenza dell’Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano Alessia Cappello, è stato aperto da Elisa Pagliarani, General Manager di Glovo Italia che ha presentato insieme a Marco Barbieri, Segretario Generale Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, i risultati dell’indagine “L’impatto del delivery nella città di Milano”, che ha raccolto il sentiment imprenditoriale del terziario. 

L’impatto del delivery a Milano

All’incontro sono intervenuti, per portare la propria testimonianza nel delivery: Andrea Valota, General Manager e Deputy CEO, La Piadineria, Dario D’Ingeo, Global Retail Supervisor, KIKO Milano, Sara Colombo, Head of E-commerce, IPER La grande i e Davide Franzetti, Country Sales Director Italy, Coca Cola Hellenic Bottling Company.  

L’impatto del delivery a Milano

L’online food delivery in Italia è un mercato in espansione, che ha generato oltre 1,4 miliardi di euro di business per il settore ristorazione nel 2021 e si stima possa superare nel 2022 i 2,2 miliardi di euro. 

L’impatto del delivery a Milano

Con la pandemia, il business del delivery ha registrato una forte accelerazione, ma non si tratta di un fenomeno temporaneo. Il settore è infatti cresciuto negli ultimi anni del 55% circa all’anno: dai 592 milioni di euro del 2019 ai 917 milioni di euro del 2020 ad 1,4 miliardi di euro nel 2021. Con il delivery gli utenti hanno trovato una risposta ad una domanda di acquisti digitali anche per il commercio di prossimità, mentre gli esercenti hanno potuto intercettare una nuova clientela e digitalizzare la propria offerta.

L’impatto del delivery a Milano

Il settore del delivery, dove operano le piattaforme che offrono prevalentemente servizi di consegna di cibo pronto da bar e ristoranti, si sta espandendo progressivamente dal settore alimentare e della GDO a quello del commercio al dettaglio non alimentare.

Secondo l’osservatorio di Glovo, nell’ultimo anno in Italia gli ordini sono cresciuti del +74% (nel food delivery) e +200% (nel segmento spesa). A confermare il trend, sono gli obiettivi del gruppo spagnolo, che punta a triplicare entro la fine del 2022 il valore di transazioni del quick commerce a livello mondiale, superando 1 miliardo di euro dagli attuali 300 milioni. 

L’impatto del delivery a Milano

Dall’ultima indagine – realizzata da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con la collaborazione di Glovo Italia principalmente su Milano e area metropolitana – emerge che il 31% degli intervistati utilizza già i servizi di delivery. In particolare, il settore che ne fa maggior utilizzo è quello della ristorazione pari al 62%, seguito dal grocery che rappresenta il 36% degli imprenditori e dal retail per il 20%. Nell’ambito servizi, solo l’11% dichiara di utilizzare già il delivery per la consegna dei propri prodotti. 

L’impatto del delivery a Milano

Le imprese del territorio dimostrano già una buona conoscenza e utilizzo di questa modalità di vendita ancor prima dello scoppio della pandemia nel 2020: il 42% ne faceva uso già dal 2019, il 42% ha dichiarato di aver iniziato ad usarlo nel 2020 e il 12% nel 2021. 

Tra i servizi utilizzati hanno indicato: Glovo segnalato dal 52% degli intervistati, Just Eat dal 44%, Deliveroo dal 36%, Uber Eats dal 23%. Il 40% ha invece dichiarato di utilizzare mezzi propri per le consegne. 

Per quanto riguarda l’incidenza dell’utilizzo del delivery sui ricavi delle proprie attività, il 35% dei rispondenti dichiara che il fatturato è notevolmente influenzato dall’utilizzo del delivery (dal 20% in su) e per il 4% degli intervistati il delivery incide per oltre il 50% del fatturato. 

L’impatto del delivery a Milano

Tra i vantaggi riscontrati vi è senza dubbio l’acquisizione di nuovi clienti, opzione indicata dal 49% dei rispondenti, la maggior visibilità al punto vendita per il 22%, mentre per il 13% il vantaggio è dato dall’avere una migliore efficacia dei servizi di consegna.  

È stato poi chiesto come si potrebbe migliorare il servizio di delivery utilizzato: il 37% darebbe dei bonus per le performance ottenute, il 27% vorrebbe personalizzare i servizi a seconda delle esigenze, il 25% migliorerebbe la promozione dell’attività commerciale, il 20% vorrebbe maggiore capillarità in alcune aree e infine il 16% migliorerebbe i tempi di consegna.

L’INDAGINE

Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo Economico del Comune di Milano dichiara: “Quando aziende internazionali come Glovo decidono di aprire o rinnovare la propria sede nella nostra città è per noi un segnale importante. Milano non vuole essere solo un ottimo mercato – e per Glovo indubbiamente lo è, come dimostra la ricerca – ma intende rappresentare anche uno spazio di crescita imprenditoriale, un luogo dove sviluppare strategie innovative. L’Amministrazione comunale, attraverso il Patto per il Lavoro, ha tracciato una strada di atti concreti che mirano a rendere Milano città di opportunità, rilancio, buon lavoro e formazione. Pongo un accento su questo ultimo obiettivo, consapevole che proprio la formazione sta diventando per le aziende di questo settore un asset fondamentale di crescita e reputazione sociale. Auspichiamo che lo sia sempre di più, anche in sinergia con il Comune di Milano”.

Elisa Pagliarani, General Manager Glovo Italia spiega: “Glovo ha un obiettivo ambizioso: rendere accessibile la città in 15 minuti, con prodotti e servizi disponibili per tutti in breve tempo. Ad incidere positivamente sarà il ruolo di Milano, già quinta città al mondo per numero di ordini. Negli ultimi 12 mesi abbiamo aperto 5 magazzini urbani, incrementando il nostro servizio “Glovo Express”, e ampliato la nostra rete di collaborazioni sia nella GDO sia nel retail. Entro l’anno prevediamo di investire in Italia 150 milioni di euro e apriremo a Milano il prossimo Food Corner di ultima generazione”. 

Marco Barbieri, Segretario Generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza: “L’innovazione tecnologica è diventata un fattore abilitante per l’attività delle imprese del terziario. La spinta digitale degli ultimi anni ha rivoluzionato profondamente la cultura aziendale cambiando anche i modelli di business. Se digitale e negozio fisico erano percepiti come realtà distinte e spesso in contrasto, oggi sono sempre più strumenti complementari e integrati. Il delivery, in particolare, ha avuto un ruolo importante durante la pandemia nel supportare gli esercizi commerciali di vicinato che si sono rivelati una risorsa ess3enziale per la città. E dall’indagine che abbiamo effettuato emerge come il fatturato sia influenzato in modo significativo dall’utilizzo del delivery. Servizi e tecnologia devono accompagnare lo sviluppo di una Milano sempre più attrattiva”.

Milano è una città chiave per Glovo: quinta città al mondo per numero di ordini dopo Bucarest, Madrid, Barcellona e Tbilisi. Il picco di ordini si registra tra le 13-14 e le 20-21 con una media di circa 90 mila ordini l’ora.

Il Gruppo spagnolo, che a Milano conta oltre 2.000 rider, 1.200 partner e 5 magazzini urbani, ha aperto una sede da 1.000 mq in via Pirelli 31, con circa 180 dipendenti, nel moderno edificio Giardini d’Inverno, building di ultima generazione progettato dallo Studio Caputo Partnership International con oltre 110 serre in quota da cui prende il nome.

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A PROPOSITO DI GLOVO 

Glovo è un’app multi-categoria che connette gli utenti con aziende e corrieri, offrendo servizi on-demand da ristoranti locali, negozi di alimentari e supermercati, farmacie e negozi al dettaglio. La visione di Glovo è quella di offrire a tutti un facile accesso a tutto ciò che si trova all’interno della propria città, in modo che gli utenti possano godersi ciò che vogliono, quando vogliono, dove vogliono. Fondata nel 2015 a Barcellona, opera in 25 paesi in Europa, Asia centrale e Africa. Glovo è un’app che permette di ricevere e spedire qualsiasi prodotto all’interno della città. In Italia il servizio è attualmente disponibile in oltre 450 città, coprendo sia le grandi piazze che i comuni più piccoli. Per maggiori informazioni visita: www.glovoapp.com

 

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