Le Seychelles celebrano la vaniglia

La vaniglia alle Seychelles

Le Seychelles celebrano la vaniglia

Seychelles

Il Museo Nazionale di Storia ha commemorato il 155° anniversario dell’introduzione della vaniglia alle Seychelles con un discorso, la piantumazione di alberi e l’inaugurazione di una targa commemorativa

La vaniglia, introdotta alle Seychelles nel 1866, è stata un elemento importante per l’economia agricola del paese ed è stata fondamentale per il sostentamento di diverse famiglie del posto. Lo scorso 30 settembre, con l’intento di rilanciare l’industria della vaniglia e sensibilizzare gli abitanti alla conservazione del proprio patrimonio storico-culturale, si è tenuta una commemorazione e la piantumazione di nuove piante alla presenza delle maggiori istituzioni delle isole.

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Alle Seychelles è impossibile non farsi inebriare dal profumo di vaniglia e di cannella che si respira un po’ dovunque ma in particolare nella zona delle due principali coltivazioni: il Jardin Du Roi e l’Union Estate. Il giardino delle spezie denominato, Jardin Du Roi Spice Garden, si trova a Mahé nella zona di Anse Royale e fa rivivere l’atmosfera del XVIII secolo quando il commercio di spezie era uno dei bastioni dell’economia dei paesi colonizzatori. Ubicato in cima ad una collina e nelle valli sottostanti dove crescono piante di vaniglia, citronella, cannella, noce moscata, pepe ed altre spezie oltre che a piante endemiche medicinali offre il meglio della natura. A sud del villaggio di La Réunion a La Digue si trova invece L’Union Estate, un’ex piantagione di cocco e vaniglia, che permette di farsi un’idea del passato coloniale dell’isola. La piantagione di vaniglia ancora oggi viene coltivata in lunghi filari a spalliera. Le spezie, d’altra parte, sono alla base della cucina creola delle Seychelles e i modi in cui vengono utilizzate riflettono il melting pot di culture che risiedono nelle isole. Vaniglia, cannella, noce moscata, pepe, peperoncino, zenzero e molte altre spezie aromatizzano i cibi offrendo sapori indimenticabili.

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Il curatore del Museo Nazionale, la Sig.ra Bella Rose, ha spiegato che l’intento della commemorazione è quello di sensibilizzare il pubblico in generale, in particolare i giovani, sulla conservazione del patrimonio storico e culturale delle isole. “L’obiettivo è quello di aggiornare le loro conoscenze sull’importanza che la vaniglia ha avuto per le Seychelles durante la prima metà del XX secolo. La vaniglia è stata un pilastro importante della nostra economia agricola che ha portato molti proventi dalle esportazioni e ha dato sostentamento a molte persone delle Seychelles. Oggi c’è un rinnovato interesse per lo sfruttamento dei nostri prodotti tradizionali come la cannella e la presentazione della lezione di storia spiega anche come la nostra industria della vaniglia potrebbe essere rilanciata e potrebbe diventare un business redditizio per i proprietari terrieri privati e i futuri imprenditori”.

L’evento, che si è tenuto lo scorso 30 settembre, è iniziato con un intervento dello storico Tony Mathiot che ha fornito la storia completa della vaniglia alle Seychelles. Il Sig. Mathiot ha spiegato che la vaniglia è tra le spezie più antiche. Proviene dalle foreste pluviali tropicali della costa orientale del Messico e risale alla civiltà Maya del XV secolo. Il popolo azteco coltivava la vaniglia con cui aromatizzava le bevande al cioccolato e ne ricavava persino una medicina. La vaniglia è una liana della famiglia delle orchidee. È solo nel Messico sud-orientale, in Guatemala e in altre parti dell’America centrale che la vaniglia viene impollinata dalle api e dai colibrì.

“All’inizio del XVII secolo, i viaggiatori introdussero la vaniglia in Europa. Nel 1812, la vaniglia fu introdotta a Reunion e Mauritius da un giardino botanico di Parigi. Fu in una grande piantagione a Bellevue, sull’isola di Reunion, che uno schiavo africano di 12 anni, Edmond Albius (1829-1880), scoprì il metodo artificiale per impollinare i fiori di vaniglia. Questo avrebbe portato per tutto il XIX secolo un’enorme ricchezza ai proprietari terrieri dell’Oceano Indiano”, ha raccontato Mathiot. Ha spiegato che la vaniglia è stata introdotta alle Seychelles nel 1866 e la prima esportazione è stata di 60 Kg nel 1877. Nel 1883 furono esportati 2.776 Kg. I proprietari terrieri, apprezzando la prosperità economica della produzione di vaniglia, hanno destinato molti acri delle loro proprietà alla sua coltivazione. L’anno 1899 ha visto un anno record per la vaniglia: 41.835 Kg. “In effetti, la coltivazione della vaniglia si è rivelata una vera manna per l’economia agricola delle Seychelles. Tra il 1893 e il 1903, il raccolto fu di 454.379 chili, più vaniglia di tutte le altre colonie britanniche messe insieme. Nel 1907 furono esportate 70 tonnellate. Tra il 1960 e il 1964, periodo in cui i coltivatori di vaniglia cessavano la produzione per il mercato di esportazione a causa della vanillina sintetica più economica che la maggior parte dei paesi acquistava, furono esportate un totale di 21.972 tonnellate di vaniglia per un valore di 1.103.399 rand. Tra il 1966 e il 1970 la quantità relativamente esigua di 8.191 Kg è stata esportata”, ha affermato Mathiot.

Willy André, un ex funzionario forestale e agricolo, ha spiegato come durante il suo periodo al dipartimento delle foreste, con la direzione, hanno cercato di far rivivere la vaniglia. Anche Tessa Fanny, un’imprenditrice di La Digue, ha condiviso la sua esperienza nella coltivazione e lavorazione della vaniglia delle Seychelles.

L’evento si è concluso con la piantumazione di piante di vaniglia da parte di due partecipanti al programma educativo del museo e di due studenti dell’Istituto di agricoltura e orticoltura delle Seychelles nel giardino del museo vicino al busto di Pierre Poivre. Anche il principale segretario alla Cultura, Cecile Kalebi, ha svelato una targa commemorativa. L’evento è stato allietato dalla presenza del sindaco di Victoria, David Andre.

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