Ezio Bosso. Le cose che restano. Per la musica libera.
Ezio Bosso. Le cose che restano, diretto da Giorgio Verdelli e distribuito al cinema da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio Deejay, MYMovies.it e Rockol.it è nelle sale italiane soltanto il 4, 5 e 6 ottobre 2021. E’ un omaggio al pianista, violoncellista, direttore d’orchestra, compositore di colonne sonore per il balletto, le opere, il teatro e il cinema, Ezio Bosso. Ezio è scomparso il 14 maggio 2020, all’età di 48 anni, a causa dell’aggravarsi della malattia neurodegenerativa da cui era affetto dal 2011. Ironico, fra le prime scene del film, Ezio sul palco si rivolge al pubblico: < Potete tenere i telefoni accesi, registrate tutto, non usate il flash, se qualcuno vi chiama, rispondo io>
Sinossi
Al centro della carriera e dell’esistenza di Ezio Bosso (1971-2020), che è stata quanto di più atipico si possa immaginare, sia per le vicende personali che professionali, c’è sempre stato l’amore per l’arte, vissuta come disciplina e ragione di vita. Nel film il racconto è affidato allo stesso Bosso, attraverso la raccolta e la messa in fila delle sue riflessioni, interviste, pensieri in un flusso di coscienza che si svela e ci fa entrare nel suo mondo, come in un diario. La narrazione è stratificata, in un continuo rimando fra immagine e sonoro. Le parole dell’artista si alternano alla sua seconda voce, la musica, e alle testimonianze di amici, famiglia e collaboratori che contribuiscono a tracciare un mosaico accurato e puntuale della sua figura.
Nel film gli interventi di: Gabriele Salvatores, Valter Malosti, Enzo Decaro, Raffaele Mallozzi, Michele Dall’Ongaro, Fabio Bosso, Ivana Bosso, Giacomo Agazzini, Alex Astegiano, Oscar Giammarinaro, Giulio Passadori, Geoff Westley, Paolo Fresu, Silvio Orlando, David Romano, Alessandro Daniele, Angela Baraldi, Alessio Bertallot, Paolo Barrasso, Maurizio Bonino, Stefano Tura, Paola Severini Melograni, Carlo Conti, Gianmarco Mazzi, Tommaso Bosso, Alessia Capelletti, Giulia Vespoli, Virginio Merola, Rosanna Purchia, Diego Bianchi, Cecilia Gasdia, Stefano Trespidi, Michael Seberich, Silvio Bresso, Luca Bizzarri, Paola Turci.
Ezio Bosso ha vissuto, durante l’infanzia e l’adolescenza, a Torino, in Borgo San Donato. In questa Torino operaia, di immigrazione, racconta che la sua famiglia era “la sola piemontese di tutto il caseggiato”. Si innamora della musica all’età di quattro anni, grazie a una prozia pianista e al fratello musicista. Racconta di aver conosciuto in conservatorio Oscar Giammarinaro, che poi divenne il cantante degli Statuto, e per circa un anno e mezzo suona con questo gruppo con il nome d’arte di Xico. Con gli Statuto incide l’album di esordio Vacanze (pubblicato dalla Toast Records).
A 16 anni esordisce come solista in Francia e incomincia a girare per le orchestre europee.
L’incontro con Ludwig Streicher segna la svolta della sua carriera artistica, poiché lo indirizza a studiare Composizione e Direzione d’Orchestra all’Accademia di Vienna.
Nel 2011 subisce un intervento per l’asportazione di una neoplasia cerebrale ed è anche colpito da una sindrome autoimmune neuropatica. Il peggioramento della malattia lo costringe nel settembre 2019 alla cessazione dell’attività di pianista, avendo compromesso l’uso delle mani. Dalla primavera del 2017 Bosso è stato testimone e ambasciatore internazionale dell'<Associazione Mozart 14>, eredità ufficiale dei principi sociali ed educativi del Maestro Claudio Abbado, portati avanti dalla figlia Alessandra Abbado. Ezio affermava di avere un sogno: «Un’orchestra che mi dica: facciamo tutto Beethoven. Così finalmente dirigo il mio papà musicale. Se mi chiede cosa mi piacerebbe dirigere, torno all’infanzia: Beethoven, Má vlast di Smetana e Les préludes di Liszt. A 5 anni, ascoltandoli di nascosto, sognai di dirigere» Soprattutto, al Festival di Sanremo 2016 conquista il pubblico con la sua musica e afferma: <La musica è come la vita, si può fare in un solo modo, insieme.> Fortemente voluto dal conduttore di quella edizione, Carlo Conti, sono stati quindici minuti potentissimi, che non diedero spazio alla sua malattia neurologica degenerativa bensì alle emozioni generate dal brano “Following a bird”, eseguito al piano e tratto dal suo album “The 12th room”, uscito ad ottobre del 2015. In quell’occasione espone anche meravigliosi pensieri sul significato di una vita che a lui aveva apparentemente voltato le spalle: <Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle. La vita è fatta di dodici stanze: nell’ultima, che non è l’ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non possiamo ancora ricordare, ma lì la ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi.> Bosso spiega anche <Le cose che restano>: <And The Things That Remain> è il titolo di un trio per violino, violoncello e pianoforte che ho scritto poco tempo fa. Riguarda quel pensiero, quella domanda che a un certo punto ci facciamo, inevitabilmente: cosa resta di tutto alla fine, cosa resta dopo? Cosa rimane di noi e cosa ci è rimasto?> Questa riflessione è prima il titolo del progetto in forma collettiva di condivisione di ricordi e di emozioni. Parole, testimonianze, oggetti, vecchie fotografie, soprattutto quelle che ritraggono i genitori. Il film ci mostra anche il suo intervento al Parlamento europeo del 2018 in cui usa la sua musica per ribadire le radici comuni dell’Europa e afferma: <Noi che dedichiamo la nostra vita alla musica sin da piccoli frequentiamo francesi come Debussy, o tedeschi come Brahms e Meldelssohn. Non c’è un confine.> Ivana, la sorella di Ezio ricorda: <Durante un concerto, parlando di Chopin disse che era un uomo con parecchi problemi. Aveva la tisi e si innamorò dell’unica donna che, nell’Ottocento, era una grande fumatrice: George Sand.> Nel film lo vediamo dirigere le orchestre: London Symphony, London Strings, Orchestra del Teatro Regio di Torino, Filarmonica ‘900 e Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra da Camera di Mantova, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra Filarmonica della Fenice di Venezia. Dal 1º ottobre 2017 al 14 giugno 2018 è stato direttore stabile residente del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. A Bologna è stato direttore principale ospite del teatro comunale; ma non mancava di tornare a Torino, dove collaborava a progetti sociali e divulgativi. Tommaso Bosso, figlio di Fabio, fratello maggiore di Ezio è diventato il curatore dell’attività artistica dello zio. Ezio Bosso non si è mai sposato, ha avuto un grande amore con Anna Maria. A un anno dalla scomparsa, il 14 maggio 2021, al Cimitero Monumentale di Torino, è stata posta una lapide: <Ezio Bosso, 1971-2020 > e in corsivo, più in basso la frase <per la musica libera>
Ezio Bosso. Le cose che restano
Al cinema il 4, 5 e 6 ottobre 2021
Durata: 1 ora e 50 minuti
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