La campagna QUI PRO QUO
“Luoghi comuni, tabù, mancanza d’informazione mettono a repentaglio l’unica cosa che può salvarti veramente la vita: la prevenzione.” È l’happy end di Francesco, un over 50 protagonista di QUI PRO QUO, web sitcom in 5 puntate che tratta con ironia e leggerezza l’imbarazzo degli uomini adulti nel prendersi cura in generale della propria salute e in particolare di quella urogenitale.
Eppure un semplice dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico) e, in caso di valori alterati, una visita dall’urologo potrebbero contribuire a ridurre l’impatto del tumore della prostata che tuttora rappresenta la terza causa di morte per tumore nella popolazione maschile.
Questo tumore colpisce ogni anno in Europa circa 500.000 persone ma, se diagnosticato precocemente, può essere trattato in maniera efficace con buone probabilità di guarigione.
È fondamentale però superare la vergogna, non sottovalutare i fattori di rischio, come l’età e la familiarità, parlarne con la propria compagna e rivolgersi al medico per i controlli.
La web sitcom, in cinque episodi, è il fulcro della campagna di sensibilizzazione “QUI PRO QUO Salute della prostata: stop agli equivoci, sì alla prevenzione”, promossa da Europa Uomo Italia Onlus (https://www.europauomo.it/ )e ONDA – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (https://www.ondaosservatorio.it/), con il patrocinio di Fondazione AIOM (https://www.fondazioneaiom.it/), SIU – Società Italiana di Urologia (https://www.siu.it/), SIUrO – Società Italiana di Urologia Oncologica (http://www.siuro.it/it), AIRO – Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica (https://www.radioterapiaitalia.it/), AURO – Associazione Urologi Italiana (https://www.auro.it/), FFO – Fondazione per la Formazione Oncologica e il contributo incondizionato di Astellas (https://www.astellas.com/it/).
Per parlare del tumore della prostata e sfatarne i falsi miti, la web sitcom diretta da Alessandro Bardani e Paola Pessot racconta le vicende di una coppia di mezza età in stile “Sandra e Raimondo”: Francesco, interpretato da Francesco Paolantoni, ed Emanuela (Emanuela Rossi) sono una coppia di mezza età che vive gli alti e bassi di una relazione di lunga data. Il tema della prevenzione della salute maschile si inserisce nelle dinamiche di una coppia litigiosa, ma l’affetto che li unisce sarà la chiave per spingere lui a fare i passi giusti verso la prevenzione.
“Parlare di temi così delicati non è semplice, ma indispensabile, e la campagna QUI PRO QUO, con la sit com diffusa sui canali social, è uno dei modi più attuali ed efficaci per informare gli uomini sulla prevenzione del tumore prostatico e stimolarli a sottoporsi a periodici controlli. – dichiara Maria Laura De Cristofaro, Presidente Europa Uomo Italia Onlus – In questa campagna, uomini e donne si sono alleati perché la donna è portatrice di cultura della buona salute e del prendersi cura del proprio corpo, dentro e fuori le mura domestiche e trasmette queste conoscenze ai figli, femmine e maschi.”
I sintomi non vanno mai sottovalutati: difficoltà a urinare, in particolare ad iniziare la minzione, stimolo frequente ad urinare specie di notte, difficoltà a mantenere un flusso costante (getto debole o intermittente), sensazione di non riuscire a svuotare del tutto la vescica, dolore quando si urina o durante l’eiaculazione, sangue nelle urine o nello sperma. Campanelli d’allarme che possono essere intercettati meglio grazie al supporto della partner.
“La donna, nella sua veste di caregiver (9 donne su 10 ogni giorno assistono un familiare malato), riveste una funzione determinante nel promuovere la prevenzione di certi problemi di salute che possono colpire il partner, come il tumore della prostata – afferma Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione ONDA – La donna è abituata a parlare in modo aperto e libero di problemi riguardanti la salute dell’apparato uro-genitale e con altrettanta libertà e delicatezza può avvicinare il compagno a queste tematiche suggerendogli ad esempio di confidare i propri timori e di recarsi insieme dal medico per un controllo alla prostata, magari facendo leva sul desiderio di invecchiare insieme e in salute e di rimanere anche sessualmente attivi.”
Il cancro della prostata è il più diagnosticato tra gli uomini over 50, con circa 37.000 nuovi casi nel 2019. Si calcola che ogni italiano con più di 65 anni abbia circa il 3% di probabilità di morire a causa della malattia tumorale prostatica.
“Si tratta di un tumore a lenta crescita nella maggior parte dei casi, con una sintomatologia spesso assente nelle fasi iniziali, il cui principale fattore di rischio è la familiarità per tumore prostatico – dice Pietro Acquati, Dirigente Medico Urologo IRCCS San Donato di San Donato Milanese e Membro dell’Ufficio Ricerca della SIU – La prevenzione prevede il semplice dosaggio del marcatore PSA e la visita urologica ogni due anni dopo i 50 anni di età. L’urologo è la figura di riferimento insieme al medico di base e il ‘regista’ dei possibili approfondimenti diagnostici successivi”.
La prevenzione è fondamentale per intercettare il tumore della prostata in fase iniziale e garantire al paziente una buona probabilità di guarigione. Per questo serve consapevolezza e attenzione ad eventuali sintomi sospetti.
“Diagnosi precoce, sorveglianza attiva e molteplici approcci terapeutici altamente personalizzati sono le chiavi del successo – afferma Stefania Gori, Presidente Fondazione AIOM e Direttore di Oncologia Medica Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria, Negrar, Verona – La sorveglianza attiva, scelta che va sempre condivisa con il paziente, è una strategia di trattamento differito che si basa su uno stretto monitoraggio del PSA, la ripetizione periodica di biopsie prostatiche e della visita clinica al fine di rilevare tempestivamente l’eventuale progressione della malattia e avviare poi il paziente ad eventuale trattamento locale con intento ‘radicale’. In fase avanzata di malattia invece, si può ricorrere all’ormonoterapia, associata o meno alla chemioterapia e, in caso di metastasi ossee, a farmaci che inibiscano il riassorbimento osseo e il danno scheletrico (che provoca spesso dolore e/o fratture) oppure alla radioterapia o alla terapia radio-metabolica.”
Tra le diverse opzioni terapeutiche oggi disponibili, la radioterapia ha assunto negli ultimi anni un ruolo sempre più importante.
“La radioterapia riveste una funzione preponderante come alternativa alla chirurgia, con intento curativo nella malattia localizzata o poco estesa, sia associata alla chirurgia dopo l’intervento, quando si riscontra un residuo di malattia, sia in caso di recidiva, come trattamento di salvataggio con finalità di nuova guarigione. – sottolinea Dario Zerini, Dirigente Medico Divisione di Radioterapia, Istituto Europeo Oncologico (IEO) e Consigliere uscente del Gruppo di Studio AIRO Uro-Oncologico – Ma la radioterapia oggi trova spazio anche in fase molto estesa di malattia, come trattamento di palliazione, in particolare per il dolore da compromissione ossea e per migliorare la qualità di vita dei pazienti”.
I problemi legati alla sfera urologica e sessuale sono spesso fonte di grande imbarazzo per gli uomini e i controlli medici li spaventano. Proprio per non arrivare quando è più complicato trattare il tumore della prostata, è necessario che l’uomo diventi consapevole del proprio corpo, impari a conoscerlo e a coglierne i campanelli d’allarme.
“Comunicare vuol dire far conoscere e la conoscenza porta alla consapevolezza – commenta Pietro Presti, Consigliere FFO, Vice Presidente Europa Uomo Italia Onlus e Direttore Fondazione Edo ed Elvo Tempia Onlus Biella – è questo l’obiettivo di campagne come QUI PRO QUO. Bisogna far cambiare prospettiva alla popolazione maschile rispetto a un tema, quello della prostata, che rimanda a paure, tabù e falsi pregiudizi sia a livello psicologico sia fisico”.
Affrontare una diagnosi di cancro della prostata, e quello che questo comporta successivamente, non è facile per nessun uomo. È qualcosa che colpisce l’identità maschile, l’autostima e che cambia la quotidianità della coppia. Ognuno reagisce con le proprie risorse e l’aiuto di chi ha accanto. Ma gli uomini ne sanno ancora poco e spesso vengono colti alla sprovvista quando sono costretti ad affrontare questo nemico infido.
“Uomini pieni di dubbi, pudori e poco consapevoli del proprio corpo e della propria salute – sostiene Lara Bellardita, Psicologa Clinica e della Salute, Psicoterapeuta, Centro di Psicologia Città degli Studi, Consulente “Programma Prostata” Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano, Membro del Comitato scientifico di Europa Uomo Italia Onlus – L’impatto di una diagnosi di cancro della prostata sulla coppia è traumatizzante e destabilizza il rapporto. Le coppie che mostrano maggiore resilienza sono quelle che riescono a comunicare, a parlare tra loro delle emozioni che provano e che non si chiudono”.
Promuovere la cultura della salute insieme all’innovazione è da sempre l’impegno di Astellas.
“Le ragioni per cui abbiamo deciso di supportare la campagna QUI PRO QUO si riassumono in due parole: responsabilità e sensibilità – conclude Giuseppe Maduri, Amministratore Delegato di Astellas Pharma Italia – a volte rischiamo di perdere di vista la responsabilità che abbiamo nei confronti della popolazione e dei pazienti, che vanno aiutati a comprendere come mantenersi in buona salute attraverso la prevenzione. La responsabilità è direttamente legata alla sensibilità. Per un’azienda come Astellas è doveroso promuovere attivamente la prevenzione e occuparsi a tutto campo di salute con interventi che vadano oltre il farmaco”.
La web sitcom QUI PRO QUO è ideata e curata da Pro Format Comunicazione e prodotta da Nicola Liguori e Tommaso Ranchino per MP FILM.
I 5 episodi della web sitcom saranno caricati con cadenza settimanale su YouTube e sulla landing page di campagna www.prostataquiproquo.it e saranno condivisi sui profili social dei promotori. La landing page divulgherà inoltre contenuti informativi inerenti la prevenzione, i corretti stili di vita, la diagnosi e le terapie del tumore della prostata, con link ai siti delle Società scientifiche e Associazioni pazienti di riferimento per gli approfondimenti.
Stefania Bortolotti
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