“Gertsch – Gauguin – Munch: Cut in Wood” al MASI di Lugano
Dal 12 maggio al 22 settembre 2019 il Museo d’arte della Svizzera italiana – MASI celebra uno degli artisti contemporanei svizzeri più significativi, Franz Gertsch, con una mostra ideata dallo stesso artista e co-curata da Tobia Bezzola, direttore del Museo.
All’età di quasi novant’anni, Gertsch sta lavorando ad un nuovo dipinto, il quinto della serie Erba, procedendo – afferma lui stesso – <<in maniera del tutto diversa dal solito>>.
Franz Gertsch, nato a Morigen (Svizzera) l’8 marzo 1930, è noto per i suoi ritratti iperrealistici di grande formato, per le xilografie e i monumentali dipinti foto realistici di vegetazione.
In questa mostra vengono esposte nove incisioni, accanto ad una selezione di oltre settanta xilografie del francese Paul Gauguin (1848 – 1903) e del norvegese Edvard Munch (1863 – 1944), una sorta di dialogo fra Gertsch e i due artisti che lo stesso Gertsch definisce “maestri assoluti dell’incisione tra Ottocento e Novecento”.
Gertsch iniziò a 17 anni a realizzare xilografie lineari, nate come illustrazioni di libri. Ebbe due insegnanti importanti: Max von Muhlenen (1903 – 1971) esponente dell’astrattismo e Hans Rudolf Schwarzenbach (1911 – 1983), un pittore realista, quest’ultimo, in particolare, era un grande conoscitore delle tecniche artistiche antiche ed aveva un’enorme biblioteca, dove Gertsch poté studiare storia dell’arte e attraverso uno di quei libri conoscere Munch.
Lo stesso Gertsch afferma: <<Munch mi ha ispirato in maniera diretta, forse ci unisce una certa malinconia. Gauguin, invece, è molto esuberante, per quanto le xilografie esprimano anche il lato oscuro di questa vivacità. In lui la differenza tra le xilografie e i dipinti è più profonda. I dipinti sono luminosi, vivaci, solari, mentre le xilografie hanno spesso un’atmosfera misteriosa e cupa. In Munch il cromatismo delle xilografie è molto più delicato che nei dipinti. Nelle xilografie deve stendere i colori su delle superfici, e all’improvviso si avverte una sensibilità cromatica molto sottile che, a volte, nei quadri non sento. Io mi sento vicino a Gauguin e Munch nel loro approccio estremamente personale alla tecnica xilografica. Tutti e tre abbiamo elaborato un linguaggio molto particolare in questa tecnica. La nostra produzione xilografica è in qualche modo unica >>.
Le xilografie di Munch e di Gauguin sono piuttosto semplici, lo spettatore può supporre che siano state realizzate in una o due ore. Per Gertsch invece sorprende il linguaggio tecnico molto personale, articolato e complesso, legato senza dubbio ad un enorme dispendio di lavoro e di tempo.
Lo conferma lui stesso: <<Le mie xilografie sono in qualche misura dei monotipi, c’è sempre una sola stampa in un colore. Ogni stampa è un pezzo unico. Sotto quest’aspetto, la numerazione corrente delle tirature non è del tutto corretta. A quanto ne so, Munch era anche poco attento con le edizioni, molte delle sue xilografie non sono nemmeno firmate o numerate, cosa che oggi non ha più importanza, almeno per il mercato. Munch ha anche rielaborato alcune tavole, stampando versioni molto diverse. Munch e Gauguin apprezzavano nella xilografia il ruolo del caso: entrambi amavano integrare nell’immagine la tavola di legno, con le sue venature, come elemento distintivo dell’immagine stessa. Io lavoro su tavole di legno di tiglio assemblate; questo pone il problema che non tutte le parti assorbono il colore in maniera uniforme. Perciò durante la stampa, devo impedire che si formino delle righe. Non sempre riesco ad evitarle del tutto, ma in qualche modo l’effetto anima le opere. Una cosa interessante è che nelle riproduzioni, nei cataloghi e nei libri, quest’effetto risulta più accentuato rispetto agli originali. A casa ho una xilografia che tengo da decenni in un giardino d’inverno, in alcune stagioni persino alla luce solare diretta, e non si nota la minima alterazione. I pigmenti sono assolutamente resistenti alla luce solare diretta, e non si tratta di uno strato sottile, ma di un colore steso sulla carta in profondità>>.
Le monumentali incisioni di Gertsch si presentano come vaste superfici monocrome costellate da una miriade di minuscoli punti di luce.
Gauguin incide i blocchi di legno con qualsiasi strumento disponibile: sgorbie, coltelli, carta vetrata, punteruoli e li rielabora continuamente , anche in fase di stampa.
Munch scompone le matrici delle sue opere in vari pezzi utilizzando colori diversi per poi ricomporli come in un puzzle e procedere con la stampa di un’immagine a più colori in un solo passaggio. Entrambi stravolgono i canoni dell’incisione su legno stabiliti sin dal XV secolo e lo stesso attua Gertsch quando, nel 1985, decide di sospendere la produzione dei dipinti realisti di grande formato che lo hanno reso celebre sin dagli anni settanta per dedicarsi all’esplorazione della tecnica xilografica. L’artista incide sulla matrice una trama fittissima di punti che determina le zone luminose e la cui modulazione permette all’immagine di delinearsi. Date la meticolosità della tecnica e le dimensioni monumentali delle matrici, la realizzazione di ogni xilografia richiede all’incirca un anno di lavoro. Da ogni matrice Gertsch realizza esemplari di tonalità diverse con inchiostri da lui stesso preparati e stampati su enormi fogli di carta appositamente realizzati da un cartaio giapponese: il risultato di questo laborioso procedimento è un insieme di opere immersive che offrono un’esperienza visiva unica e invitano alla contemplazione.
Hanno contribuito accordando i prestiti delle opere la “Galleri K, Oslo”, “Willy Michel”, il “Museum Franz Gertsch” di Burgdorf e alcuni collezionisti privati.
Il partner principale è Credit Suisse.
Il catalogo della mostra, edito da Kehrer, contiene riproduzioni a colori di tutte le opere esposte, testi di Tobia Bezzola, direttore del MASI, Gerd Woll, per anni capo curatrice del Museo Munch di Oslo e una conversazione fra Franz Gertsch e Gerd Woll che esplora il rapporto dell’artista con la tecnica xilografica. Disponibile in edizione italiana, tedesca e inglese.
Gertsch – Gauguin – Munch: Cut in Wood
12 maggio – 22 settembre 2019
Museo d’arte della Svizzera italiana, piazza Bernardino Luini 6, Lugano
Sede LAC Lugano Arte e Cultura
Info www.masilugano.ch
+41 (0)58 866 4230
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 18.00 giovedì aperto sino 20.00 chiuso lunedì
Ingresso: intero Chf 20.- Ridotto Chf 14.- Gratuito: ogni primo giovedì del mese dalle 17.00 alle 20.00
Judith Maffeis Sala
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