Ipocrisie e contraddizioni in “Un’altra vita – Mug”
Ambientato in una zona della Polonia meridionale, bella e incontaminata, dove la gente può essere cattiva, “Un’altra vita – Mug” è una storia di desideri e di speranze insoddisfatte. I personaggi sono fortemente caratterizzati e legati a un preciso sistema di valori.
Sinossi
Jacek, l’interprete, è un giovane uomo che suscita ansia, ilarità, sconcerto, non solo tra i familiari ma anche in tutto il paesino. Jacek ama l’heavy metal, il suo cane e la sua fidanzata. Questo giovane, diverso dagli altri nel suo luogo natio e che vorrebbe trasferirsi in Inghilterra, offre uno sguardo impietoso sulla ristrettezza di orizzonti. All’inizio del film la sua famiglia, una tipica famiglia polacca cattolica, rappresenta la sua forza e la sua debolezza. Jacek lavora in un cantiere vicino al confine polacco-tedesco, dove a Swiebodzin si costruisce la statua di Gesù più grande del mondo, più grande anche di quella di Rio de Janeiro, quando un gravissimo incidente lo deturpa completamente. Suscitando l’attenzione dei mass-media, Jacek si sottopone ad un trapianto facciale. Mentre per tutti è un eroe nazionale e un martire, Jacek non si riconosce più allo specchio.
Nella realtà, alla data del 2013, nel Centro Oncologico di Gliwice, eseguirono, per la prima volta e con successo, il trapianto totale di faccia ad un uomo di 33 anni, Grzegorz Galasinski, che aveva il volto distrutto.
Jacek sopravvive ma se prima dell’incidente è un bel ragazzo, affascinante e pieno di vita, dopo l’intervento e le dimissioni ospedaliere, la famiglia e i compaesani faticano ad accettare il suo cambiamento. Sua madre crede addirittura che non sia affatto suo figlio o che sia posseduto dal demonio, tanto da chiedere l’intervento di un esorcista. Dagmara, la fidanzata è disgustata da quel viso che non è dell’uomo che amava e lo rifiuta. Il volto sfigurato di Jacek, Mug, “brutto muso”, induce a riflettere sul significato di identità in rapporto all’apparenza.
Soltanto il nonno lo accetta e soprattutto la sorella che lo aiuta nelle azioni quotidiane, raccoglie le donazioni per la riabilitazione, lo incoraggia a lasciare il paese, gli dimostra un’immensa fiducia e il sostegno nelle varie fasi del suo percorso. In Jacek non c’è alcun odio verso il destino, non c’è alcun astio né disprezzo per la vita. Sa che la vita va avanti ma sono le persone che ha intorno che non gli danno una seconda possibilità.
La regista polacca Malgorzata Szumowska conduce sapientemente un aspro dramma del suo paese, pieno di contraddizioni, ipocrisie, orgoglio religioso e nazionalistico di cui è simbolo l’enorme statua di Gesù. Malgorzata dichiara che il suo obiettivo non è etichettare una famiglia polacca che vive in provincia. Ciò che la irrita è una fede cattolica profondamente radicata e poco attenta all’altro, l’ipocrisia, la mancanza di tolleranza e il fatto di girarsi dall’altra parte di fronte al diverso, al nuovo.
Un’altra vita – Mug (titolo originale: Twarz)
Polonia 2018
Orso d’Argento della Giuria al Festival di Berlino 2018
Genere: drammatico
Regia e sceneggiatura: Malgorzata Szumowska
Musica originale: Adam Walicki
Durata: 91’
Distribuzione: BIM Distribuzionne Movies Inspired
Al cinema: dal 24 aprile 2019
Judith Maffeis Sala
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