L’uomo al fianco della donna con tumore
Un uomo al fianco della donna con tumore in otto casi su dieci: prima indagine sul ruolo di mariti, compagni, figli durante il percorso di cura oncologica. È l’uomo il caregiver (la persona che assiste il malato) più importante quando le donne si ammalano di tumore. La figura maschile nell’85% dei casi accompagna la paziente nel percorso diagnostico-terapeutico: coniuge o convivente, figli maschi o amico del cuore sostengono psicologicamente e assistono nella quotidianità la donna malata.
Il dato confortante emerge dall’indagine Doxa “Il ruolo del caregiver maschile durante il periodo di cura oncologica femminile”, promossa da Salute Donna e Salute Uomo Onlus con il patrocinio di Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), CIPOMO (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri) e il sostegno incondizionato di Amgen.
La ricerca, la prima e unica in Italia sul ruolo del caregiver maschile, è stata realizzata con il coinvolgimento di 11 Centri oncologici distribuiti sul territorio nazionale e 422 pazienti per capire come le donne affette da tumore affrontano questa delicata fase della loro vita, chi sono le figure su cui le pazienti possono realmente fare affidamento e qual è il loro ruolo.
Intervista a: Annamaria Mancuso – Presidente Salute Donna Onlus – L’uomo è il principale caregiver della donna con tumore: al suo fianco nella diagnosi e durante il percorso di cura – Presidente Mancuso, Salute Donna Onlus e Salute Uomo Onlus hanno realizzato la prima indagine sulla figura e sul ruolo del caregiver maschile in Italia rispetto all’assistenza delle donne affette da tumore. Ci racconta come è nata l’idea di promuovere questa ricerca?
L’idea di realizzare una ricerca di questo tipo ci è venuta perché troppo spesso abbiamo sentito negli anni voci e riferimenti dei media sul fatto che gli uomini non siano abbastanza presenti quando le donne si ammalano. Insomma, i rumors lasciavano intendere una presunta latitanza, se non addirittura, in certi casi, una fuga dei partner in caso di malattia delle loro compagne. Personalmente non sono mai stata d’accordo con queste voci anche perché all’interno della nostra Associazione abbiamo notato che le donne erano e sono spesso accompagnate dagli uomini.
Inoltre, consapevoli che è sbagliato trasmettere informazioni così importanti in modo tanto superficiale e senza avere in mano dati certi, ci siamo chiesti se non fosse il caso veramente di dare il via ad una ricerca specifica e mirata a identificare se questo “sentire” della gente fosse da attribuirsi a fatti reali o no. Pertanto, abbiamo deciso di entrare in contatto con l’Istituto Doxa per capire se e come si potesse realizzare una indagine orientata a capire come gli uomini reagiscono alla malattia della donna. Naturalmente abbiamo deciso di indagare su diversi aspetti: in primo luogo sulla presenza o meno dell’uomo nel percorso di cura oncologico della donna, poi in quali fasi di questo percorso l’uomo è più o meno vicino alla donna, come vivono la malattia le donne e da chi si sentono più supportate. Ovviamente il problema principale della ricerca è stato quello dell’arruolamento delle pazienti; per facilitare questa parte del lavoro, Salute Donna ha individuato e coinvolto diversi Centri di riferimento oncologici sul territorio nazionale da Nord a Sud proprio per avere un campione di popolazione femminile con tumore il più rappresentativa possibile.
Il risultato più eclatante della ricerca è senza dubbio l’evidenza che il principale caregiver della donna con tumore è proprio l’uomo, marito o compagno. Come si spiega questo dato? Vuole commentare i risultati dell’indagine?
Finalmente adesso possiamo dire di avere dati scientifici certi che ci dicono come stanno realmente le cose per le donne affette da tumore. Il risultato più bello e interessante dello studio è che l’uomo, marito, compagno, amico o figlio, è la figura di riferimento, è lui che accompagna la donna e le sta vicino durante il periodo di cura oncologica. È un dato che noi di Salute Donna ci aspettavamo, perché nel nostro Paese la famiglia e la coppia sono istituzioni che hanno ancora un grande valore sociale. La figura maschile accompagna la donna, la segue e la rende più forte nell’affrontare la diagnosi, la malattia e i trattamenti.
Certamente l’indagine evidenzia come una piccola percentuale di donne non siano seguite da un caregiver maschile, ma le stesse donne spiegano che preferiscono non coinvolgere il partner perché non è in grado psicologicamente di assisterle. Un altro dato che emerge è il ruolo della famiglia, della fede, delle relazioni amicali e l’importanza che le donne attribuiscono anche ai medici, alla ricerca scientifica e alle Associazioni nel dare loro quel sostegno e coraggio necessari per affrontare la malattia e combatterla. Direi che nel complesso possiamo essere molto soddisfatti dei risultati di questa ricerca e sono convinta che i dati emersi potranno essere molto utili agli stessi oncologi e alle molteplici figure sanitarie che ruotano intorno al percorso di cura oncologico delle donne.
Stefania Bortolotti
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