Artistar Jewels 2019 – Il giro del mondo in 500 gioielli contemporanei
Nel percorso evolutivo storico il gioiello ha avuto una funzione primaria per l’uomo, conferendo a chi lo indossava importanza e prestigio. I primi oggetti che avevano questo scopo e le cui tracce sono giunte fino a noi erano conchiglie particolari, denti di pesci e felini o zanne di mammut, difficili da reperire, intagliati e sagomati da bulini di selce o ossidiana.
Questi oggetti, che risalgono a circa ventimila anni a.C., erano generalmente realizzati dal “lapidario”, colui che anticamente intagliava e levigava le pietre.
L’oro era considerato la carne di Ra, il dio del sole, quindi i regnanti si ricoprivano di questo prezioso metallo. Crearono la tecnica detta a cera persa per realizzare gioielli unici. Nel corso dei secoli, le tecniche progredirono. I Sumeri, nel 3000 a.C., svilupparono la tecnica della granulazione e i loro ornamenti erano ricoperti da piccolissime sfere saldate sulla superficie. Gli Etruschi, oltre all’oro, usarono smalti, pietre e ceramiche.
Durante l’età classica greca (461-336 a.C.) realizzarono anelli con linee e tratti più sobri e geometrici, mentre nel periodo ellenico (327-274 a.C.) furono realizzati gioielli più ricercati e raffinati.
Sino alla metà del XV secolo, i gioielli erano destinati soltanto ai regnanti, ma accadde che il re Carlo VII (1403-1461) si invaghì di una nobile donna e le regalò ogni tipo di gioiello e diamante. Fu così che nacque la figura e professione del gioielliere per la nobiltà e per le classi più agiate.
Cosimo I° de’ Medici favorì lo sviluppo della lavorazione dell’oro a Firenze, assegnando le botteghe di Ponte Vecchio agli orafi, gioiellieri e argentieri. Si formarono figure ben distinte: battiloro, tiratori, filatori, doratori, scultori ed orafi, sino ad includere l’utilizzo di pietre dure.
Tutti i popoli italici attribuivano poteri magici e di prestigio agli ornamenti, solitamente di bronzo, argento o d’oro. La donna portava anelli, fibbie, fibule, collane girocollo con pendenti e bracciali. L’uomo indossava bracciali bronzei con raffigurazioni varie con animali e forme geometriche; alla vita portava cinture metalliche o di cuoio.
Visitando la mostra Artistar Jewels 2019, svoltasi a Palazzo Bovara, in corso Venezia 51 a Milano, tenutasi dal 19 al 24 febbraio 2019, ed ammirando ornamenti scultorei, ironici, talvolta al limite dell’indossabilità, l’accostamento all’antico è immediato.
Non vi è dubbio che l’artista, quello vissuto nei secoli trascorsi e quello dei giorni attuali, creano ed esprimono l’eguale messaggio.
Il founder Enzo Carbone annuncia che in scena ci sono oltre 500 creazioni provenienti da tutto il mondo, con il patrocinio del Comune di Milano e di CNA Federmoda. Tutti i lavori in mostra sono acquistabili sull’e-commerce artistarjewels.com e ogni progetto è raccontato nel volume Artistar Jewels 2019, edito da Fausto Lupetti e distribuito a livello internazionale.
Nell’edizione 2019, Artistar Jewels sono stati selezionati 140 artisti, con una forte presenza di autori stranieri provenienti soprattutto da Russia, Sud America, Iran e Uk.
Molte le gallerie internazionali di settore coinvolte. Bini Gallery in Australia, Ame Gallery a Hong Kong, Alice Floriano in Brasile.
Partecipanti a questa sesta rassegna, anche tre protagonisti del mondo dell’arte: Turi Simeti, 89 anni, noto per la sua pittura tridimensionale stimolante nuove percezioni visive per la superficie monocromatica mutante col variare della luce, con una collezione d’alta gioielleria, vere e proprie sculture indossabili. La tedesca Ute Decker che lavora a Londra, autrice di gioielli scultura e l’artista designer francese Christophe Burger con i suoi gioielli geometrici dalle imponenti strutture.
Una giuria composta da otto esperti ha scelto il partecipante più meritevole per assegnargli un riconoscimento. Interviste su riviste autorevoli, stage, corsi di formazione, campagne social sono alcuni dei premi offerti. La giuria del contest è formata da: Elisabetta Barracchia, direttore di Vogue Vanity Fair Accessory, Maristella Campi, giornalista di moda e costume, Gianni De Liguoro, socio fondatore e stilista del famoso brend De Liguoro, Ivan Perini, Fine Jewellery & Consultancy, Irina Slesareva, direttore di Jewellery Review Magazine e direttore creativo di Russian Line Jewellery Contest, Luca Solari, fondatore e titolare della Scuola Orafa Ambrosiana, direttore della sede di via Tadino 30 a Milano, Guido Solari, direttore della sede di via Tortona 26 a Milano, Direttore del SOA Lab & Factory di via Savona 20 a Milano, Liza Urla una delle top jewellery blogger più famose e fondatrice di GEMOLOGUE.
I tre vincitori premiati con la partecipazione gratuita all’edizione 2020 sono: Sowon Joo, che lavora da vent’anni nei settori gioielli e scultura; Veronika Kuryanova che ha presentato anelli in bronzo e smalto dalle grandi dimensioni e dai colori accesi; Bia Tambelli, designer con origini italiane, ma nata e cresciuta in Brasile, che ha presentato pezzi geometrici e raffinati della collezione Trinity in oro, diamanti e cristallo di rocca. Una menzione speciale per l’artista Nita Angeletti, di origini italiane, ma nata e cresciuta a New York. La sua carriera è iniziata come attrice a Broadway, è passata poi alla scultura creando statuette fatte di tessuto ed ora si dedica al “Wearable Art” Accessories, creazioni che riflettono in maniera esuberante la passione per tessuti, usati come elementi pittorici con arrangiamenti giocosi e colorati con l’intento di divertire chi li osserva.
Gli autori partecipanti ad Artistar Jewels 2019 hanno utilizzato oro, argento, titanio, pelle, tessuto, polimeri, diamanti, quarzi, persino meteorite, licheni, e nanosital. Sono gioielli inusuali, estremamente interessanti che assecondano una tendenza rilevante nel mercato dell’arte.
Judith Maffeis Sala
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