Dalla dieta alla microchirurgia: come curare l’artrosi alla mano
Svitare il tappo di una bottiglia, impugnare la maniglia per aprire la porta, sollevare una padella, ma anche infilarsi un paio di jeans o scrivere un sms. Piccoli gesti quotidiani che, per 4 milioni di italiani affetti da artrosi alla mano, possono diventare un’impresa. A soffrire di questa invalidante patologia sono soprattutto le donne sopra i 50 anni. La velocità di progressione della malattia – i primi sintomi di fastidio, gonfiore e arrossamento delle dita sfociano in forti dolori e deformazioni articolari – dipende dallo stile di vita e dalla predisposizione genetica, ma anche dalle sollecitazioni meccaniche tipiche di chi ripete per lavoro gli stessi movimenti, ad esempio con mouse e tastiera.
L’artrosi alle mani si può curare. Dagli integratori alimentari ad hoc ai farmaci locali, passando per gli interventi chirurgici mini-invasivi sempre più sofisticati: la terapia deve essere sempre personalizzata, in base alla situazione del paziente. È importante anche sottolineare che non esiste un limite di età superato il quale bisogna rassegnarsi. Se è vero che nell’80% dei casi l’artrosi compare negli over 65, è altrettanto vero che le moderne tecniche operatorie garantiscono esecuzioni impeccabili, anche per gli interventi più delicati e complessi, e tempi di degenza sempre più brevi. Quelle che un tempo erano considerate “anziane” sono oggi persone che ancora lavorano, o che hanno hobby e passioni a cui, giustamente, non intendono rinunciare. L’indipendenza passa dalla salute e l’autosufficienza alla piena funzionalità delle mani.
Il momento migliore per intervenire è quando compaiono i primi sintomi e la situazione è tutto tranne che compromessa. Ricerche di settore hanno dimostrato che l’artrosi è più precoce in presenza di alti livelli di colesterolo e che agire sulla dieta, con integratori alimentari antiossidanti, è una soluzione efficace per contrastare l’azione dei radicali liberi responsabili di infiammazioni e problemi articolari tipici dell’invecchiamento.
I farmaci antinfiammatori intervengono nello stadio successivo, quando i danni dell’artrosi sono già visibili dalla radiografia ma la cartilagine non è ancora del tutto intaccata.
Non resta che l’intervento chirurgico, invece, per curare una artrosi in fase avanzata. Le tecnologie di ultima generazione consentono di realizzare interventi mini-invasivi sulle più piccole articolazioni, comprese le ricostruzioni legamentose e gli impianti di protesi articolari conservative, che abbinano efficacia del trattamento e recupero veloce delle funzionalità della mano. Grazie ad apposite sondine artroscopiche miniaturizzate – altro non sono che telecamere in miniatura, dal diametro di circa un millimetro – il chirurgo può operare direttamente all’interno dell’articolazione malata. Molti interventi chirurgici per curare l’artrosi alla mano oggi sono eseguiti in ambulatorio con anestesia locale.
Condividi
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.