Al via “FLOW” a Vicenza
Dal 25 marzo al 7 maggio 2017 il salone superiore della Basilica palladiana di Vicenza ospita Flow arte contemporanea italiana e cinese in dialogo, un evento nel quale l’arte contemporanea si fa strumento di comprensione e interrogazione reciproca fra le due culture. Flow è un’occasione di scoperta e la seconda tappa di un work in progress avviato con la prima edizione tenutasi nel 2015, che ha affermato il desiderio e la necessità diffusi di trovare canali di comunicazione fra Italia e Cina che avvicinino in modo efficace e fertile i due mondi. In breve: l’occasione di un dialogo vero. La mostra è organizzata da Associazione Culturale YARC in collaborazione con l’assessorato alla crescita del Comune di Vicenza, con il sostegno dell’Istituto Confucio di Venezia e il patrocinio della Regione Veneto.
Flow presenta 24 artisti e 28 opere selezionati fra Italia e Cina che interpretano gli strumenti e i punti di vista più diversi. Performance live, ceramica, plexiglas, neon, lana, passando per carta e tela e arrivando alle tecnologie digitali e a composti di uso comune completamente rivisitati, come liquidi antigelo e profilati in alluminio, per fare alcuni esempi: ogni materia diventa forza viva nelle mani e nella mente di ciascun artista.
I curatori, Maria Yvonne Pugliese e Peng Feng, hanno lavorato sul valore essenziale proprio di ogni opera d’arte, affermando in questa mostra la priorità dell’oggetto rispetto alla sua interpretazione critica. Gli artisti italiani e cinesi invitati ad esporre presentano ciascuno una o più opere e esprimono la loro poetica in assoluta libertà, contando su uno spazio espositivo aperto, senza vincoli, dove ogni lavoro dialoga direttamente con tutti gli altri, con gli oltre 1000 metri quadrati della monumentale Basilica, simbolo della città berica, e con la luce che filtra dai 14 finestroni e illumina lo spazio sormontato dall’inconfondibile soffitto a carena, dall’aspetto simile a una nave rovesciata.
Le opere d’arte contemporanea cinese si collocano accanto, di fronte, di fianco alle opere italiane offrendo al visitatore un contrasto stimolante che rende evidente la particolarità di ogni scelta: perché quella tecnica?, perché un video anziché una tela?, perché il colore o il non colore?, perché ciascuno è diverso, se è diverso davvero?. Flow provoca domande a cui ciascuno è libero di dare una risposta e, nel farlo, è libero di avvicinarsi a una cultura altra che diventa controparte di un dialogo autentico e, allo stesso tempo, occasione di imparare qualcosa di nuovo su di sé.
Il primo evento speciale di Flow si terrà domenica 26 marzo alle ore 18: la performance ‘Concerto a Perdifiato’ dell’artista Giovanni Morbin, originario di Valdagno (VI), vedrà all’opera una orchestra sui generis, senza un direttore e non composta da musicisti ma da 21 volontari che suoneranno un unico, inedito, strumento. L’azione in cui Morbin vuole coinvolgere tutti è il parlare con se stessi, nel duplice aspetto dell’atto: quello serio e profondo della riflessione introspettiva e quello bizzarro e un po’ goffo del parlare da soli. Lo strumento a perdifiato, ideato dall’artista come un canale circolare d’ottone in cui il suono viaggia dalla bocca all’orecchio del performer, amplifica quello che quotidianamente facciamo senza pensarci: dialogare con noi stessi.
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