Patologie oncoematologiche
Negli ultimi anni lo scenario della sanità e, in particolare, dell’oncoematologia è cambiato in modo sostanziale. I mutamenti che si sono susseguiti sono dovuti, da un lato, alla riduzione delle risorse economiche dell’intero comparto sanitario, dall’altro alla crescente disponibilità di nuovi farmaci e di nuovi strumenti diagnostici più efficienti, ma anche più costosi, che rendono più difficile al medico la gestione del paziente nel suo iter diagnostico-terapeutico globale. L’approccio alle patologie oncoematologiche si sta modificando: nel linfoma di Hodgkin, dove il tasso di cura è elevato, sta acquisendo sempre più importanza la comunicazione medico-paziente. Per contro, nel mieloma multiplo, una neoplasia ematologica associata a numerose complicanze, la terapia continuativa sta diventando lo standard terapeutico in virtù dei risultati migliori nel lungo termine e l’introduzione di nuove molecole. I protocolli diagnostico-terapeutico-assistenziali, finalizzati a fornire una visione “sistemica” che tenga conto di tutti gli attori coinvolti e delle tappe del processo, acquistano in questo modo un’importanza rilevante. Per garantire il governo del cambiamento si rende, quindi, indispensabile avere una visione d’insieme e non limitata al singolo ambito, per meglio individuare strategie e opportunità per l’integrazione e la valorizzazione dell’assistenza, oltre che dell’innovazione farmacologica. Occorre un momento di riflessione e confronto sui bisogni del paziente sia in termini di modelli organizzativi assistenziali che di terapie innovative che permettano, da un lato, la gestione del paziente fuori dall’ospedale e, dall’altro, garantiscano un elevato profilo di efficacia, sicurezza e tollerabilità. Negli ultimi anni lo scenario della sanità e, in particolare, dell’oncoematologia è cambiato in modo sostanziale. I mutamenti che si sono susseguiti sono dovuti, da un lato, alla riduzione delle risorse economiche dell’intero comparto sanitario, dall’altro alla crescente disponibilità di nuovi farmaci e di nuovi strumenti diagnostici più efficienti, ma anche più costosi, che rendono più difficile al medico la gestione del paziente nel suo iter diagnostico-terapeutico globale. L’approccio alle patologie oncoematologiche si sta modificando: nel linfoma di Hodgkin, dove il tasso di cura è elevato, sta acquisendo sempre più importanza la comunicazione medico-paziente. Per contro, nel mieloma multiplo, una neoplasia ematologica associata a numerose complicanze, la terapia continuativa sta diventando lo standard terapeutico in virtù dei risultati migliori nel lungo termine e l’introduzione di nuove molecole. I protocolli diagnostico-terapeutico-assistenziali, finalizzati a fornire una visione “sistemica” che tenga conto di tutti gli attori coinvolti e delle tappe del processo, acquistano in questo modo un’importanza rilevante. Per garantire il governo del cambiamento si rende, quindi, indispensabile avere una visione d’insieme e non limitata al singolo ambito, per meglio individuare strategie e opportunità per l’integrazione e la valorizzazione dell’assistenza, oltre che dell’innovazione farmacologica.
Stefania Bortolotti
Condividi