La salute nelle città: bene comune

Healthy city

La salute nelle città: bene comune

Benessere, stili di vita. Obesità, diabete. Sono questi alcuni dei temi affrontati dal manifesto presentato a Roma l’11 luglio scorso dall’“Health City Think Tank” in occasione della prima edizione dell’Health City Forum organizzato da Italian barometer diabetes observatory (IBDO) Foundation, Università degli studi di Roma Tor Vergata, Health City Think Tank e Istituto per la Competitività (I-Com), con l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.

Dieci punti per una salute nelle città, dove le “città” sono ancora e saranno in futuro il luogo di maggiore aggregazione. Nei prossimi decenni vi risiederà il 70% delle popolazione mondiale.

Coordinati da Andrea Lenzi, presidente della Società Italiana di Endocrinologia nonché del Consiglio universitario nazionale (Cun), gli esperti hanno individuato 10 azioni prioritarie per aiutare  i cittadini a mantenersi in buona salute.

Ecco i punti: 1) “Ogni cittadino ha diritto ad una vita sana ed integrata nel proprio contesto urbano. Bisogna rendere la salute dei cittadini il fulcro di tutte le politiche urbane. 2) Assicurare un alto livello di alfabetizzazione e di accessibilità all’informazione sanitaria per tutti i cittadini, aumentando il grado di autoconsapevolezza. 3) Inserire l’educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici, con particolare riferimento ai rischi per la salute nel contesto urbano. 4) Incoraggiare stili di vita sani nei luoghi di lavoro, nelle grandi comunità e nelle famiglie. 5) Promuovere una cultura alimentare appropriata attraverso programmi dietetici mirati, prevenendo l’obesità. 6)Ampliare e migliorare l’accesso alle pratiche sportive e motorie per tutti i cittadini, favorendo lo sviluppo psicofisico dei giovani e l’invecchiamento attivo. 7) Sviluppare politiche locali di trasporto urbano orientate alla sostenibilità ambientale e alla creazione di una vita salutare. 8) Creare iniziative locali per promuovere l’adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria, con particolare riferimento alle malattie croniche, trasmissibili e non trasmissibili. 9) Considerare la salute delle fasce più deboli e a rischio quale priorità per l’inclusione sociale nel contesto urbano. 10) Studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini, attraverso una forte alleanza tra Comuni, Università, Aziende sanitarie, Centri di ricerca, industria e professionisti”. Va ricordato che in Italia, il 37%della popolazione risiede nelle 14 città metropolitane. Per la metà del secolo, il 70% della popolazione mondiale  vivrà in aree urbane. Il rischio è di vedere aumentare le cosiddette malattie della società del benessere tipiche della vita cittadina: obesità e diabete.  «Lo spostamento verso le aree urbane –  sottolinea  Andrea Lenzi anche coordinatore di HealthCity Think Tank – è caratterizzato da cambiamenti sostanziali dello stile di vita rispetto al passato: cambiano le abitudini, i lavori sono sempre più sedentari, l’attività fisica diminuisce». La posta in gioco è altissima: già oggi 250 milioni di persone con diabete, pari a due terzi del totale, vivono nelle città.  Il think tank, composto secondo le  indicazioni del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Anci-Associazione nazionale comuni italiani, dell’ Università di Roma “Tor Vergata”, dell’Istat, del Censis e di altre organizzazioni, si propone di offrire alle istituzioni e alle amministrazioni locali spunti di riflessione per attuare nelle città e nelle aree urbane strategie integrate di promozione della salute con iniziative culturali, sociali e sanitarie, attraverso un’azione coordinata su più fronti. “Dal 1948 l’Oms-Organizzazione Mondiale della Sanità invita i governi ad adoperarsi responsabilmente, attraverso programmi di educazione alla salute, a promuovere uno stile di vita sano e a garantire ai cittadini un alto livello di benessere. Oggi pare emergere chiaramente un nuovo attore protagonista: la Città, quale promotrice di salute. Infatti, la stessa Oms ha coniato il termine healthy city, che descrive una città conscia dell’importanza della salute come bene collettivo e che, di conseguenza, mette in atto politiche sociali, culturali ed economiche chiare per tutelarla e migliorarla”, spiega Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

“Lo sviluppo urbano, cui il mondo ha assistito e assiste ha modificato profondamente lo stile di vita della popolazione e trasforma il contesto ambientale e sociale in cui viviamo, creando problemi di equità, generando tensioni sociali e introducendo minacce per la salute della popolazione. La configurazione attuale delle città e, più in generale l’urbanizzazione, presentano per la salute pubblica e individuale tanti rischi, ma anche molte opportunità”.

“Se infatti le città sono pianificate, ben organizzate e amministrate coscientemente – ha aggiunto Bianco – , si può dare vita ad una sinergia tra Istituzioni, cittadini e professionisti in grado di migliorare le condizioni di vita e la salute della popolazione”, dichiara Enzo Bianco sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale dell’Anci.

Un invito, quello del sindaco di Catania, a nome degli amministratori locali, raccolto dal Sinistro della Salute Beatrice Lorenzin, presidente del Comitato promotore del “Manifesto Salute nelle città: bene comune”, che sottolinea sempre come sussista la necessità di fare ancora molto per diffondere una cultura della prevenzione nelle persone, a fronte di un’evidente crescita delle malattie croniche non trasmissibili, come obesità e diabete, che trae origini da fattori di rischio legati a stili di vita non salutari.

L’ipotesi di attuare nelle Città e nelle aree urbane strategie integrate di promozione della salute con iniziative culturali, sociali e sanitarie, attraverso un’azione coordinata su più fronti, è da apprezzare e condividere.

In perfetta linea con questa azione, il programma Cities Changing Diabetes, una partnership tra l’University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center che coinvolge Istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore. Illustrato a Roma, nasce con l’obiettivo di creare un movimento di collaborazione internazionale che proponga e trovi soluzioni e best practice per affrontare il crescente numero di persone con diabete e obesità nel mondo, e il conseguente onere economico e sociale, partendo dal tessuto e dal vissuto urbano che tanta parte sembra avere in questo fenomeno.

Al programma hanno già aderito Città del Messico, Copenaghen, Houston, Shanghai, Tianjin, Vancouver e Johannesburg. Durante l’incontro si è prospettato un prossimo coinvolgimento anche della capitale italiana.

 

Stefania Bortolotti

 

 

 

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