RAFFINATEZZA E ESTRO DEI CAPPELLI DI PATRIZIA FABRI
“I cappelli sono una cosa seria”. Ne è convinta Patrizia Fabri che, come in una favola, dal 2003 ha ridato vita al più antico laboratorio romano di cappelli, perché “da sempre – dice – quello che ci mettiamo in testa indica lo stile, l’appartenenza a una corporazione, l’epoca. E in tempo di crisi, come diceva il signor Loris, si torna sempre al cappello. Si torna all’identità”. Il signor Loris era il precedente proprietario della cappelleria, fondata nel 1936 dalla sua famiglia, una sorta di mentore di Patrizia, che a 17 anni un giorno entrò nel suo laboratorio e non ne uscì mai più. “Mi comprai il mio primo cappello – racconta lei – e lo personalizzai. Poi un giorno al mare entrai in un negozio e lo proposi alla proprietaria, che me ne ordinò 25 di tutti i colori: il mio primo ordine!
Dopo il liceo Patrizia studia Architettura, ma contemporaneamente dà vita a un proprio marchio e in un laboratorio produce cappelli, borse, calzature. Manda delle foto e viene selezionata per la fiera internazionale di accessori di Parigi “Premiere classe”. Non sa nulla di quel mondo, ma gli ordini fioccano e impara in fretta.
Intanto il signor Loris è sempre lì con i suoi cappelli, che Patrizia compra e personalizza, finché nel 2003 lui si ammala e le propone di rilevare l’attività. “Per me era un valore eccessivo – racconta – ma mi sentivo male al pensiero che tutto quel mondo sparisse. La sorella di Loris mise in vendita le forme di legno (per fare i cappelli, ndr) e io riuscii a ricomprarle da un architetto di Milano che voleva farci delle lampade. Pensavo un giorno di realizzarci un museo, ma poi anche la modista e il cappellaio di Loris mi chiesero di continuare e allora, con grande sforzo, nel 2003 affittai le mura e mi ritrovai proprietaria di quella che ho ribattezzato “Antica Manifattura Cappelli”.
Da allora Patrizia porta avanti il laboratorio – sotto la supervisione del cappellaio Sandro Bellucci – e la boutique, dove ha rispolverato anche il proprio marchio, aprendo la produzione anche al mondo dello spettacolo e del teatro. Sue numerose creazioni del Teatro Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, acconciature per le sfilate di Armani, Rocco Barocco o i cappelli scultura realizzati per Roberto Capucci esposti in una mostra in Cina, ma anche l’ultimo copricapo per Givenchy indossato dai ballerini di Madonna ai Brit Awards. Ma il più grande desiderio di Patrizia è che la cultura e la tradizione tutta artigianale del cappello non vadano perdute: per questo insegna all’Accademia d’Alta Moda e del Costume Koefia, realizza visite guidate anche per bambini e collabora con varie istituzioni e musei.
Nei prossimi mesi, oltre all’apertura di una vetrina in centro, realizzerà cappelli per una mostra ai Mercati Traianei in concomitanza con l’Expo, altri per la settimana della cultura di Palermo e altri ancora per una mostra storica a Palazzo Venezia.
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