Italia–Israele: il cibo sinonimo di cultura. A tavola con le tradizioni

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Italia–Israele: il cibo sinonimo di cultura. A tavola con le tradizioni

Tre grandi chef  insieme a Napoli, culla del mediterraneo, per raccontare le tradizioni della cucina italiana ed israeliana in una armonia di profumi e sapori. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Italia Israele di Napoli in collaborazione con l’Ambasciata di Israele a Roma e il Ministero del Turismo di Israele con l’Ufficio  Nazionale del Turismo. Tra gli ospiti, anche S.E. Naor Gilon, Ambasciatore di Israele in Italia.

Da sinistra a destra: Fabio Bisanti; Raffaele Mele, il re del baba; Avital Kotzer Adari; Salvatore Giuliano
Da sinistra a destra: Fabio Bisanti; Raffaele Mele, il re del baba; Avital Kotzer Adari; Salvatore GiulianoIsraeliano del Turismo. Tra gli ospiti, anche S.E. Naor Gilon, Ambasciatore di Israele in Italia.

Gli chef sono Fabio Bisanti, Raffaele Nele, il re del baba, Salvatore Giugliano  e il maestro Shaul Ben Aderet.

“Napoli e Tel Aviv – ma anche l’Italia e Israele – sono da oggi ancora più vicine. Unite da un legame di fratellanza che parte dalla tavola e dal buon cibo, ma che si estende su un ponte ideale che è il Mar Mediterraneo. La buona tavola, il cibo, unisce e rende amici. Ci auguriamo che questa serata sia solo un punto di partenza per realizzare nuovi e ancor più interessanti appuntamenti di cooperazione e collaborazione tra il nostro Paese e Israele”. Questo quanto dichiarato da Giuseppe Crimaldi, presidente dell’associazione Italia–Israele di Napoli, che ha impegnato in modo encomiabile tutte le sue energie per realizzare questo evento.

Tre chef: ciascuno eccezionale nella propria cucina, ciascuno desideroso di imparare, di confrontarsi e di condividere. La parola chiave dell’evento è sembrata proprio questa: saper condividere, la propria storia, le radici comuni, la tradizione di ciascuno attraverso il privilegiato mezzo della convivialità.

Fabio Bisanti: amante della sperimentazione e dell’innovazione, vincitore di molti premi internazionali, si forma con importanti esperienze in Italia e all’estero. Rinforza la tradizione in ristoranti come “La Cantinella” di Capri e Napoli e “L’Antica Trattoria di Sorrento”. Conduce l’attività dal 2001.

Salvatore Giuliano: il più giovane dei tre. Chef di cucine stellate come quella del ristorante “Marenna” e “Il Mosaico”. Rivisita la tradizione famigliare e trascorre poi un importante esperienza formativa in Giappone, sempre più curioso di conoscere e creare.

Shaul Ben Aderet: classe 1964, trasferisce in Israele e nella sua cucina, nel modo di estrinsecarla e presentarla, le origini greche del padre, ma anche l’origine irachena della sua famiglia. Shaul rappresenta l’animo dell’Israeliano di oggi che affonda le proprie radici in quel mondo immenso che lo ha visto errare facendolo poi confluire nella terra dell’accoglienza, dove il suo “The Blue Rooster” è divenuto simbolo di una tradizione che sempre si rinnova.

“Bellissima esperienza, grande onore e privilegio per me portare in Italia un assaggio della cucina israeliana che unisce diverse etnie da tutto il mondo – un melting pot di sapori che crea struttura di colori e profumi che individuano Israele” ha  dichiarato Shaul Ben Aderet.

“Nella sua tenda Abramo ha accolto, riempiendoli di doni e di cibo, gli ospiti che erano giunti per informarsi di Sara, senza chiedere nulla del perché erano entrati da lui”  ha ricordato Avital Kotzer Adari, direttore dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo. “Questo è lo spirito di Israele e il cibo che questa sera andiamo insieme a gustare ne rappresenta l’essenza: accoglienza e condivisione. Israele con le sue 151 etnie e le tradizioni culinarie che ne derivano rappresenta la terra dove tutto ha avuto inizio, la storia di ciascuno di noi, un viaggio irrinunciabile e straordinario… da realizzare almeno una volta nella vita”.

“Niente più del cibo ha il potere di unire le persone e di radunare insieme le famiglie. Cibo e famiglia sono due valori molto importanti sia nella cultura italiana sia in quella israeliana-ebraica. Quando si domanda cosa sia la cucina israeliana, è difficile rispondere. Infatti, essendo Israele un paese di immigrati, vi troviamo una fusione di tante tradizioni culinarie diverse, inclusa quella italiana, importata dagli ebrei italiani emigrati in Israel” ha dichiarato S.E. Naor Gilon, Ambasciatore di Israele.

Alle eccellenze si è voluto rendere omaggio e così l’associazione Italia-Israele ha voluto dare uno speciale riconoscimento ad iscritti ed amici nello specifico a: Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia; Nico Pirozzi, giornalista e scrittore, Amedeo Cortes, studioso.

Un premio condiviso e sentito da tutti, è stato poi consegnato ad un grande napoletano e ad un grande amico di Israele, ambasciatore della cultura biblica nel mondo Erri de Luca, che ha inviato una breve dichiarazione riuscendo a trasferire il suo amore per Israele, Terra della Bibbia

“….. Solo nell’ Ebraico antico delle Sacre Scritture si leggono parole che hanno avuto energia e responsabilità di creare un mondo dal niente….

Per me è stato sia naturale che necessario risalire alla fonte dell’Ebraico antico.

Poi, per uno nato in mezzo al 1900, imparare lo Yiddish e’ stato un atto di riparazione

Ho voluto contribuire a muovere le labbra di una lingua soffocata.

Questi sono i legami che ho con la cultura ebraica. Il premio che mi riconosce vostro amico, mi mette con voi su un piano di parità che non mi spetta. Io resto un vostro debitore di cultura, grazie,

Erri de Luca”

L’incontro tra le culture diviene poesia nelle mani di chi sa diffondere la conoscenza. Cibo come ponte di pace e conoscenza reciproca, alla scoperta di una terra che deve davvero essere vista almeno una volta nella vita.

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