NOVEMBRE MESE DELLA VULNOLOGIA
Una ferita cronica mal curata può diventare un problema a qualsiasi età. Per questo è necessario tenere sotto controllo le lesioni cutanee, post operatorie, di origine vascolare, causate da malattie reumatologhe o di tipo oncologico, traumatologico, settico o da pressione.
Per tutto il mese di novembre i pazienti potranno rivolgersi agli esperti dell’ambulatorio di vulnologia dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini attraverso l’indirizzo mail ambulatorio.vulnologia@gpini.it per domande, dubbi, consulti e sarà possibile anche inviare foto della ferita per ricevere indicazioni e conoscere le modalità accesso all’ambulatorio stesso.
“Una lesione può interessare pazienti di tutte le età – spiega Arturo Caniglia, coordinatore infermieristico dell’ambulatorio di Vulnologia –. In particolare può riguardare le persone affette da patologie autoimmuni, spesso già in cura nei reparti di Reumatologia; altre invece scoprono, proprio per la presenza di una lesione mai guarita, di essere affette da specifiche patologie e quindi vengono inviate ad altri specialisti per effettuare ulteriori accertamenti”.
“Spesso ci troviamo a trattare deiscenze (complicanze post-operatorie rappresentata dalla riapertura spontanea di una ferita precedentemente suturata)di ferite chirurgiche, lesioni che se lasciate al proprio destino o in mano a persone non esperte nella materia, potrebbero avere conseguenze negative sia per il paziente sia per il Sistema Sanitario – prosegue Caniglia -. Per questo è bene non sottovalutare alcun tipo di ulcera o di lesione. I primi sintomi da non trascurare sono quelli di flogosi, cioè infiammazione, con arrossamento e alterazione funzionale: la parte arrossata può avere margini continui o discontinui e addirittura, se non curata adeguatamente, può arrivare alla necrosi. Negli arti inferiori, l’infiammazione che scende in profondità può arrivare fino all’osso e quindi provocare delle osteomieliti. Un paziente affetto da una lesione spesso non può andare al lavoro, ha dolore, e a causa di ferite presenti da tempo o infette (che possono addirittura diventare maleodoranti) non può avere una vita familiare e sociale normale. Per questo è bene rivolgersi subito a uno specialista vulnologo che se ne occuperà correttamente, in un ambiente pulito e sterile, invece di ricorrere a rimedi fai-da-te maneggiando la ferita in maniera inadeguata con effetti disastrosi”.
Per non peggiorare la condizione della cute e delle lesioni, Caniglia sottolinea l’importanza di una alimentazione sana: “Il consiglio di una corretta alimentazione vale per tutti ma in particolare per i soggetti diabetici e per gli anziani, i quali sono più a rischio di altri se non si alimentano e non si idratano adeguatamente; importante per loro è imparare anche a spalmarsi creme emollienti o idratanti sul corpo per prevenire rotture della cute”.
Per quanto riguarda le piaghe da decubito, in particolare al tallone o all’osso sacro, Caniglia spiega che: “Si verificano con frequenza nei casi di rottura del femore perché i pazienti sono costretti a mantenere a letto per molto tempo la stessa posizione: si può risolvere questo disagio con l’utilizzo di appositi materassini e con l’applicazione di film o pellicole specifiche sull’area interessata”.
L’ambulatorio di Vulnologia dell’Istituto Pini è gestito da un’equipe multidisciplinare composta da un coordinatore Infermieristico con esperienza pluriennale nel trattamento di lesioni, da un infermiere vulnologo, da un infermiere di reumatologia con esperienza decennale nel trattamento di lesioni, da un medico chirurgo ortopedico traumatologo della chirurgia ortopedica ripartiva, da un chirurgo ortopedico della chirurgia oncologica, da un chirurgo vascolare e da un medico reumatologo.
Per avere informazioni, sottoporre dubbi e quesiti, ricevere consigli e indicazioni su come effettuare le visite ambulatoriali, è possibile scrivere per tutto il mese di novembre all’indirizzo mail ambulatorio.vulnologia@gpini.it.
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